La variante Omicron era già nota a luglio? A dimostrarlo un articolo del World Economic Forum (WEF). La notizia è subito circolata sui social, ma si tratta in realtà di una bufala, anche se è stata rilanciata ieri da alcune testate nazionali. A trarre in inganno la data di pubblicazione dell’articolo: 12 luglio 2021. Nonostante all’inizio dell’articolo fosse riportata la dicitura “Questo articolo è stato aggiornato l’ultima volta il 26 novembre”, i complottisti hanno tirato dritto. La notizia è stata poi rilanciata dall’account WikiLeaks Italian, pagina fake non legata alla vera Wikileaks.
Come è stato ricostruito da Open, tramite web.Archive.org è possibile risalire alle varie modifiche che sono state apportate all’articolo, come quelle del 12, 13 e 14 luglio 2021, poi ci sono quelle del 26 e 27 novembre. Se poi l’archivio online non bastasse, allora si potrebbe prendere in considerazione il codice HTML per verificare che l’articolo non riportava a luglio le informazioni riguardanti la variante Omicron.
VARIANTE OMICRON, ECCO LA PRIMA BUFALA
Ma non è finita qui: c’è un altro modo per capire che c’era stato poi un aggiornamento. Basta guardare un articolo linkato nel secondo paragrafo. Rimanda ad un articolo di Reuters del 25 novembre. Non poteva sicuramente essere inserito nell’articolo il 12 luglio 2021. Inoltre, la variante Omicron è stata inserita per la prima volta nelle tabelle della sezione del sito dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) relativa al monitoraggio e le valutazioni delle varianti il 26 novembre 2021 nella sezione relativa alle varianti VOC, quelle cioè che destano preoccupazione.
Anche in questo caso è utile web.Archive.org per notare, come evidenziato da Open, che la variante B.1.1.529 non era ancora presente nell’intera sezione in data 23 novembre 2021. La variante Omicron risulta essere stata inserita per la prima volta il 25 novembre nella tabella «Currently designated Variants Under Monitoring».