La variante Omicron, per quel poco che si è scoperto finora, appare sì come più contagiosa ma non vi sono ancora prove certe che sia allo stesso tempo più letale delle precedenti “versioni” di infezione da Sars-CoV-2. Da un lato l’Oms ribadisce questo concetto spiegando che non debbano essere chiuse le frontiere, dall’altro però lancia comunque l’allarme: «Se una nuova grande ondata di Covid-19 dovesse verificarsi a causa della Omicron, le conseguenze potrebbero essere gravi».
La nota tecnica fornita stamane dalla Organizzazione Mondiale della Sanità spiega che al momento non vi sono stati riscontrati morti riconducibili alla variante B.1.1.529 del Covid-19, eppure il rischio per la salute globale resta «molto elevato» proprio perché ancora non conosciute appieno le conseguenze della Omicron sula popolazione mondiale (sia tra vaccinati che non). Siylvie Briand, direttrice del dipartimento malattie infettive dell’Organizzazione mondiale della sanita’ (Oms) intervistata a RaiNews24, sottolinea di aver richiesto ai singoli Paesi «misure commisurate con il rischio, ma senza esagerare». Al momento le misure per contrastare la pandemia restano ancora più fondamentali, «sia il vaccino sia le misure non farmacologiche come le mascherine e l’igiene […]. Cio’ che ci serve e’ capire bene cosa e’ questa variante, e’ importante raccogliere i dati e condividerli, la chiusura delle frontiere non l’abbiamo raccomandata».
OMICRON, LOCATELLI: “NON È PIÙ PERICOLOSA”
I dati ieri presentati dalla Oms evidenziavano come ci sono al momento «tassi crescenti di ospedalizzazione in Sud Africa, ma ciò potrebbe essere dovuto all’aumento del numero complessivo di persone infettate, piuttosto che a un’infezione specifica con Omicron. Al momento non ci sono informazioni che suggeriscano che i sintomi associati a Omicron siano diversi da quelli di altre varianti». Serviranno giorni, forse settimane, per capire se vi siano effettivi gravi rischi fondati con l’infezione da variante Omicron o se invece i vaccini attuali – con terza dose ed estensione al più alto numero possibile di persone vaccinate – riusciranno a schermare bene come avvenuto con la variante Delta. Intanto dal Sud Africa i medici spiegano come finora i sintomi rilevati nei contagiati da Omicron siano comunque «lievi» e i vaccini si stanno rivelando comunque «molto efficaci». Intervistato da Sky Tg24, il coordinatore del Cts Franco Locatelli ha sottolineato come la variante sudafricana «indica maggiore contagiosità, ma non abbiamo evidenza che possa provocare malattia più grave o sfuggire ai vaccini». La preoccupazione resta, ma in termini comunque minimi al momento: «I vaccinati sono largamente protetti, Ad oggi nessuna delle varianti si è mostrata resistente. La terza dose è necessaria per ripristinare la protezione della prima e ridurre la circolazione del virus. Non si può escludere quarta dose».