La variante Omicron viene neutralizzata da tre dosi di vaccino Pfizer. Ad annunciarlo è la stessa casa farmaceutica, dopo che in un primo comunicato aveva annunciato che due dosi di vaccino contro la nuova variante mostrano una «protezione significativamente più bassa». Quel basso livello di anticorpi potrebbe, dunque, non proteggere contro le infezioni da Omicron. Tanto è bastato per far crescere l’allarme, ma dai primi dati a disposizione non solo due dosi riescono comunque a proteggere dai sintomi più gravi del Covid, ma arrivano anche buone notizie sulla terza dose, perché moltiplica del 25% gli anticorpi contro la malattia. Il professor Alex Sigal, che ha guidato i ricercatori in tale studio, infatti è ottimista: «Questi risultati sono migliori di quanto mi aspettassi. Più anticorpi hai, più possibilità avrai di essere protetto da Omicron», ha scritto su Twitter. I ricercatori dell’Africa Health Research Institute, però, non hanno testato la variante su persone che avevano ricevuto una dose «booster», perché non ancora disponibile in Sud Africa.
«I dati sono molto, molto preliminari e non mi sembrano suscitare alcun allarme», commenta il professor Mario Clerici, ordinario di Immunologia all’Università Statale di Milano e direttore scientifico della Fondazione Don Gnocchi, al Corriere della Sera. «Sembra che il vaccino copra meglio contro Omicron coloro che erano già stati infettati da altre varianti. E questi sono dati noti: la malattia suscita una risposta immune complessivamente migliore rispetto a vaccino. In sintesi: infezione più vaccino è meglio del solo vaccino. Il booster comunque sembra proteggere sufficientemente», conclude. (agg. di Silvana Palazzo)
Variante Omicron, netto calo efficacia al vaccino Pfizer
La diffusione della variante Omicron sta creando non poche preoccupazioni alla comunità scientifica: la protezione del vaccino attualmente a disposizione, infatti, potrebbe essere ridotta su di essa. I primi dati in merito, secondo quanto riporta Adnkronos, non sono rassicuranti. Essi arrivano da uno studio, di dimensioni ridotte, condotto in Sudafrica, dove la mutazione si è sviluppata, dall’Africa Health Research Institute.
I risultati, non ancora non sottoposti a peer review, hanno evidenziato una “evidente riduzione” della protezione offerta dal vaccino nei confronti della variante Omicron. I dati raccolti sono tuttavia ancora pochi (soltanto 12 soggetti che hanno ricevuto due dosi del Pfizer/Biontech), ma a breve ne dovrebbero arrivare altri. Ci vorranno almeno altre due settimane per saperne di più. “Tenderei ad essere più ottimista”, ha detto alla Nbc Ugur Sahin, fondatore di Biontech, commentando l’esito della ricerca. Una notizia positiva, ad ogni modo, è che la vaccinazione a seguito della guarigione dal Covid-19 sembra proteggere adeguatamente dalla possibilità di sviluppare una malattia grave.
Nuovo Pfizer/Biontech contro variante Omicron
Pfizer/Biontech, ad ogni modo, ha annunciato di essere pronta a creare un nuovo siero nel caso in cui il vaccino attualmente a disposizione dovesse assicurare una protezione eccessivamente ridotta nei confronti della variante Omicron. “Se ce ne sarà bisogno, lo dovremmo avere a marzo 2022”. A dirlo è stato, come riporta Adnkronos, il CEO della casa farmaceutica Albert Bourla.
L’azienda, ad ogni modo, in queste settimane ha deciso di puntare tutto sul farmaco antivirale, Paxlovid, il cui utilizzo contro il Covid-19 potrebbe essere autorizzato a breve. La sua efficacia, in base a quanto affermato dai ricercatori, non subirebbe variazioni in base alle diverse varianti in circolazione. “Con le attuali varianti, il trattamento farmacologico che abbiamo dovrebbe funzionare allo stesso livello”, ha aggiunto Albert Bourla. La pillola, come ribadito in diverse occasioni dagli esperti, non può tuttavia rappresentare un sostituto del vaccino nella lotta al virus.