La variante brasiliana del Covid-19, al pari di quella sudafricana, sono quelle più pericolose: a sostenerlo è Matteo Bassetti che, sul canale Salute dell’agenzia di stampa Adnkronos, ha parlato anche delle possibili ripercussioni che questi nuovi ceppi del virus Sars-CoV-2 potrebbero avere su una campagna di vaccinazione di mass anche in tutta Europa sta procedendo a singhiozzo. “Difficile dire quale variante è più pericolosa tra quelle fino ad oggi individuate” ha detto il direttore della Clinica di Malattie Infettive dell’ospedale “San Martino” di Genova nonché componente dell’unità di crisi dedicate al Covid da parte della Regione Liguria.
“Quella sudafricana e quella brasiliana sembrerebbero essere le più pericolose” ha proseguito l’infettivologo, facendo un confronto anche con quella inglese e aggiungendo che la prima si concentrerebbe maggiormente nella saliva e dunque sarebbe più facilmente contagiosa. “E poi ha la capacità di avere questo meccanismo per cui può scappare alle difese immunitarie che noi produciamo”: questo comporta di conseguenza che, quando una persona viene in contatto col virus, produce degli anticorpi ma nonostante questi stessi anticorpi “si infetta lo stesso per una seconda volta, anche poco tempo dopo la prima”.
BASSETTI, “VARIANTI COVID? BRASILIANA E SUDAFRICANA LE PIU’ PERICOLOSE”
Ovviamente le parole di Matteo Bassetti che ha fatto il punto sulle nuove varianti che emergono in giro per il mondo non rassicurano e fanno temere soprattutto dopo che parte del mondo scientifico ha espresso qualche legittimo dubbio sul fatto che i vaccini attualmente commercializzati possano essere davvero efficaci. E proprio a proposito della cosiddetta variante sudafricana va ricordata che proprio di recente è stato isolato in provincia di Varese il primo caso assoluto in Italia. A comunicarlo è stata l’ATS Insubria a proposito di un uomo di sessant’anni, rivelatosi positivo e anche sintomatico, che nei giorni scorsi era rientrato da uno dei Paesi meridionali del continente africano.
La notizia, in attesa di ulteriori verifiche dato che il tampone effettuato è stato inviato come da prassi all’Istituto Superiore di Sanità di Roma, ha destato curiosità dal momento che l’arrivo in provincia di Varese di una variante non è affatto un episodio inedito: infatti va ricordato anche il primo caso di soggetto affetto dalla variante brasiliana del nuovo Coronavirus era stato identificato proprio nella provincia dei Sette Laghi. A quanto si apprende, e anche alla luce di questo dato, l’ATS Insubria intanto prosegue nel monitorare costantemente la situazione.