Il ministero della Salute ha diffuso una circolare con gli aggiornamenti sulla diffusione delle nuove varianti Covid a livello globale, sulla valutazione del rischio e sulle misure di controllo consigliate. Il documento (“Aggiornamento sulla diffusione a livello globale delle nuove varianti SarsCov”), firmato da Gianni Rezza della Prevenzione del ministero della Salute, sottolinea l’importanza delle misure di controllo sanitarie e anticontagio. In base a quanto riportato dall’Oms, l’emergenza delle nuove varianti evidenzia la necessità «di aderire rigorosamente alle misure di controllo sanitarie e socio-comportamentali», anche per coloro che sono stati affetti da Covid o che sono stati vaccinati. Inoltre, si cita il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), secondo cui è «molto alta» la probabilità di introduzione e diffusione delle varianti, in particolare di quella “inglese”, mentre l’impatto dell’introduzione delle varianti nell’Ue è considerato «alto».



“ISOLAMENTO VARIANTI IN LABORATORI P3”

Nella circolare il ministero della Salute precisa che l’isolamento virale delle varianti Covid va «effettuato nei laboratori P3 (livello di biosicurezza 3) per prevenire la diffusione accidentale di una variante attraverso l’esposizione in laboratorio». La preparazione dei laboratori è una priorità, così come è importante che aumentino la capacità di sequenziamento «sfruttando tutta la capacità possibile da laboratori clinici, diagnostici, accademici e commerciali». Devono anche garantire la disponibilità di risorse umane e materiali per gestire le richieste crescenti di rilevamento e caratterizzazione dei campioni Sars-CoV-2. La selezione dei campioni per effettuare una efficace sorveglianza genomica «deve essere rappresentativa della popolazione (provenienza geografica e distribuzione per età)». Se però le capacità sono ridotte, bisogna «indirizzare lo sforzo verso situazioni in cui c’è il sospetto di una variante ad elevata trasmissibilità, o che determini maggiore gravità».



ECDC “SEQUENZIARE 500 CAMPIONI A SETTIMANA”

Nella circolare si legge anche che il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) consiglia di sequenziare almeno circa 500 campioni selezionati in modo casuale ogni settimana a livello nazionale, dando priorità ai casi di reinfezione, di infezione tra vaccinati anti Covid, ai contesti ad alto rischio, come gli ospedali, e alle persone che arrivano da Paesi che hanno un’alta incidenza di varianti. Tra le priorità anche le zone in cui si registra un aumento di casi o un cambiamento nella trasmissibilità e virulenza. Importante anche l’analisi dei cluster per verificare la catena di trasmissione e l’efficacia di strategie di contenimento dell’epidemia. Quindi, il ministero della Salute nella circolare suggerisce di dare priorità «alla ricerca e alla gestione dei contatti di casi Covid-19 sospetti/confermati da variante e identificare tempestivamente sia i contatti ad alto rischio (contatti stretti) che quelli a basso rischio». In virtù del fatto che le varianti hanno una maggiore trasmissibilità, secondo il ministero della Salute bisogna eseguire tampone molecolare ai contatti il prima possibile e al 14esimo giorno di quarantena, e di non interrompere la quarantena al decimo giorno.



GLI STUDI SULLE VARIANTI COVID

In merito invece alla diffusione delle nuove varianti Covid, la circolare del ministero della Salute evidenzia un aspetto importante. Non ha solo una maggiore trasmissibilità. «Studi preliminari suggeriscono una maggiore gravità della malattia, tuttavia per confermare questo dato sono necessarie ulteriori analisi». Fortunatamente l’efficacia dei vaccini sembra «limitatamente e non significativamente ridotta». Non ci sono invece evidenze su una significativa differenza nel rischio di reinfezione, ma sono in corso studi anche su questo. Per quanto riguarda la variante sudafricana, «sono in corso studi sulla maggiore frequenza di reinfezioni, in quanto la variante 501Y.V2 potrebbe fuggire alla risposta anticorpale neutralizzante provocata da una precedente infezione naturale». Inoltre, studi in vitro hanno evidenziato «una riduzione dell’attività neutralizzante contro le varianti VOC SARS-CoV-2 nelle persone vaccinate con i vaccini Moderna o Pfizer-BioNTech rispetto alle varianti precedenti ma i dati per ora sono contrastanti». Infine, indagini sulla variante brasiliana suggeriscono «una potenziale maggiore trasmissibilità o propensione alla reinfezione. Non sono disponibili evidenze sulla gravità della malattia, sulla frequenza delle reinfezioni e sull’efficacia del vaccino».

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