Uno studio europeo condotto su 7 nazioni, Italia compresa, conferma che le varianti Covid non solo sono più pericolose, ma lo sono anche per i giovani. Infatti, c’è una maggiore probabilità di ricovero per ogni fascia di età. L’approfondimento è di Eurosurveillance, rivista scientifica europea che si occupa di epidemiologia, sorveglianza, prevenzione e controllo delle malattie trasmissibili. Il 22 aprile è stato pubblicato uno studio di comparazione sulle tre varianti più diffuse in Europa. I risultati evidenziano che in caso di infezione con variante inglese, sudafricana o brasiliana cresce la probabilità di ricovero in ospedale, anche negli individui di mezza età (soprattutto con le ultime due); in alcuni casi si rischia la morte. Come evidenziato dal Corriere della Sera, con la variante inglese il rischio di ospedalizzazione cresce dell’11% e di terapia intensiva dell’1,4%, inoltre l’età media dei ricoverati è di 63 anni. Con la variante sudafricana il rischio di ospedalizzazione sale del 19,3%, di terapia intensiva del 2,3%, invece l’età media è di 67 anni. La variante brasiliana incrementa il rischio di ospedalizzazione del 20%, di terapia intensiva del 2,1%, invece l’età media è più alta, 76 anni.
VARIANTI COVID PERICOLOSE ANCHE PER GIOVANI: I DATI
Ma come dicevamo, le varianti Covid sono più pericolose anche per i giovani. Dall’analisi dei modelli suddivisi per età si nota che con la variante inglese i casi di variante inglese nei gruppi di età 20-39 e 40-59 anni avevano una probabilità di ospedalizzazione rispettivamente di 3 e 2,3 volte maggiore rispetto ai casi senza mutazioni, invece il ricovero in terapia intensiva o morte non differiva in maniera significativa in nessun gruppo di età. Per quanto riguarda la variante sudafricana, la probabilità di ospedalizzazicovidone è di 3,5-3,6 volte superiore rispettivamente per i gruppi di età 40-59 e 60-79. Invece il ricovero in terapia intensiva era molto più probabile per la fascia tra 40 e 59 anni. Passiamo alla variante brasiliana, con cui si osserva una probabilità di ospedalizzazione tra le 3 e le 13,1 volte maggiore nelle fasce di età 20-39, 40-59 e 60-79, oltre che una probabilità di ricovero in terapia intensiva di 2,9-13,9 volte superiore. L’unica eccezione riguarda i morti, che nel caso della variante inglese sono meno, mentre nel caso della variante sudafricana superano il Covid non mutato.