Che Yanis Varoufakis non abbia un particolare “amore politico” per Mario Draghi, ex Governatore della BCE durante la crisi da default della Grecia, è risaputo: ora però ha deciso di passare allo scontro frontale con un post su Twitter decisamente “velenoso” che prende spunto dalla polemica emersa nei giorni scorsi per la presunta consulenza della McKinsey nella riorganizzazione del denaro in arrivo dal Recovery Fund. L’ex Ministro delle Finanze greco, protagonista della turbolenta stagione di scontro con Bruxelles davanti allo spettro del default, twitta così: «Così prevedibile, così triste: Mario Draghi ha assunto McKinsey per “organizzare” la distribuzione italiana del denaro del Recovery Fund. Cosa succederà dopo? Ottenere la mafia per riorganizzare il ministero della Giustizia?».
Insomma, il paragone con la mafia non è piaciuto ai tanti commentatori ed economisti che hanno replicato al post di Varoufakis anche se per il momento il Governo e il MEF non hanno voluto replicare direttamente, “limitandosi” invece alla comunicazione data già lo scorso sabato per cui la consulenza di McKinsey non avverrà affatto per la distribuzione del Recovery Plan bensì per mettere a punto le slides da presentare alla Commissione Ue, in cambio di un minimo compenso di 25mila euro.
LE REAZIONI A VAROUFAKIS
«Altro che Mafia. Dopo aver sperimentato Varoufakis &Co. al governo, i greci preferito avere come Primo ministro un ex dirigente di McKinsey come Kyriakos Mitsotakis», attacca il giornalista del Foglio Luciano Capone, esperto di economia e firma liberale del quotidiano diretto da Claudio Cerasa. Gli fa eco Mario Seminerio, economista e analista finanziario, «Uno noto e disinformato bugiardo in azione». Il contenuto del tweet di Varoufakis su McKinsey è infatti errato, dato che la società di consulenza americana non si occuperà affatto della distribuzione dei fondi ma avrà invece un ruolo sostanzialmente di “compartecipazione” e consulenza “editoriale”. Il dente avvelenato contro la “troika” è comprensibile, l’attacco diretto a Draghi 6 anni dopo e sbagliando in pieno il “tema”, un po’ meno.
«L’incarico» ha detto il ministro dell’Economia Daniele Franco nella audizione parlamentare sul Recovery Plan, «riguarda aspetti metodologici nella redazione del piano, aspetti più editoriali che di sostanza e senza nessuna intromissione nelle scelte. L’importo è del resto coerente con un lavoro di questo tipo. Questo perché le strutture pubbliche a volte hanno bisogno di input specialistici per affrontare alcuni specifici lavori, tipicamente se uno deve fare delle presentazioni di slides a volte ci sono persone molto più efficaci a farlo di quanto possano esserlo dirigenti o funzionari pubblici che hanno altre competenze e qualità».