Vasco Rossi regala i suoi ricordi di Lucio Dalla e Lucio Battisti, nati il rispettivamente il 4 e il 5 marzo 1943. “Battisti ha rivoluzionato la musica italiana: un vero genio non solo dal punto di vista compositivo, ma anche degli arrangiamenti – riconosce il Komandante in una lunga intervista per il Fatto Quotidiano – Vent’anni più avanti rispetto a tutti gli altri”. Di Lucio Battisti ricorda che “aveva un timbro espressivo abbastanza improbabile, ma al tempo stesso era potente ed estremamente comunicativo. Non era affatto stonato. La sua eccezionale capacità di raccontare arrivava direttamente al cuore. Poi, vabbè, magari nei concerti non arrivava a riprodurre virtuosismi come nei dischi, quindi a un certo punto smise di esibirsi dal vivo”.



Vasco Rossi si rammarica di non aver mai avuto “la fortuna di sentirlo cantare o di conoscerlo personalmente. Mi avrebbe fatto molto piacere, per me era un mito. La prima sua cosa che ascoltai fu Balla Linda: ho 16 anni, resto folgorato. Sembrava una canzoncina, invece era un capolavoro di freschezza e novità”. Verso Lucio Battisti, Vasco Rossi prova una profonda “gratitudine per tutto quello che mi ha dato e fatto per il nostro patrimonio artistico, per la cultura popolare”.



Vasco Rossi: “Lucio Battisti? Considerato da stupidotti, io non mi sono mai vergognato”

Vasco Rossi vuole anche sfogarsi sull’accoglienza riservata alla musica di Lucio Battisti, ricordando tra le pagine del Fatto Quotidiano che “negli anni Settanta ascoltare Battisti era considerato da stupidotti: quelli che si consideravano intelligenti si dedicavano solo ai cantautori. Io invece ascoltavo sia Lucio che gli altri, perché erano universi distanti ma straordinari. E non me ne fregava un caz*o di nasconderlo, come facevano i tanti con la puzza sotto al naso che avevano i loro dischi ma facevano finta di no”.



Vasco Rossi ha invece avuto l’opportunità di conoscere personalmente un altro genio della musica e del cantautorato italiano, Lucio Dalla. “Una sera salì a Zocca accompagnato da Morandi” perché “il Lucio bolognese aveva ascoltato ‘Vita spericolata’ e fatta una battuta: ‘Come hanno fatto questi a scrivere una cosa così bella?’. Si riferiva a me e Tullio Ferro. Secondo me voleva conoscermi anche per vedere se avrei fatto parte della sua ‘parrocchia’”, cioè della “sua ‘factory’ dove coinvolse subito il mio Ferro, che scrisse musiche per Dalla. Io non avevo molte cose da condividere con Lucio, in realtà. Eravamo personalità piuttosto differenti, e aldilà della grande stima reciproca non siamo mai andati vicini a una collaborazione”.

Vasco Rossi, “Lucio Dalla caso unico nella storia della musica italiana”

Vasco Rossi, intervistato da Il Fatto Quotidiano, di Lucio Dalla ha sempre apprezzato “la sua voce. Anche Dalla è un genio assoluto. Mi fulminò al primo ascolto. Avevo 15 anni, ero in collegio, ci facevano vedere Sanremo. Apparve lui sul televisore con ‘4.3.1943’. Fu quella volta lì”. Di Lucio Dalla ammette che “la cosa incredibile è che sia riuscito a diventare un cantautore, dapprima facendosi aiutare dal poeta Roberto Roversi, in seguito azzardando da solo la scrittura di testi immensamente belli. Un caso unico, nella storia della musica italiana”.

E, se potesse incontrarlo nuovamente di persona, Vasco Rossi si dice certo che “omaggerei pure lui con un semplice abbraccio e un grazie” poiché era “un magnifico interprete, con una canna insuperabile”.