Si è chiusa con l’assoluzione perché “il fatto non sussiste” la vicenda giudiziaria che ha coinvolto il figlio di Vasco Rossi, Davide, accusato di lesioni e omissione di soccorso per un incidente stradale avvenuto a Roma nel 2016. Nel sinistro erano rimaste ferite due giovani e insieme a lui era imputato anche un amico, sulla cui posizione pendeva l’accusa di favoreggiamento, anch’egli assolto. Lo riporta Il Corriere della Sera, che riporta i punti salienti della sentenza emessa poche ore fa dalla Corte d’Appello capitolina, a 8 anni di distanza dai fatti.



In primo grado, Davide Rossi era stato condannato a una pena di un anno e 10 mesi, l’amico a 9 mesi (per quest’ultimo, l’accusa era di aver mentito dichiarando di essere lui alla guida dall’auto). Quel verdetto era stato accolto dal rocker di Zocca con un breve commento, ricostruisce TgCom24, nel quale esprimeva amarezza e al tempo stesso fiducia nel lavoro della magistratura e nell’esito del secondo grado.



Le parole della difesa di Davide Rossi

La difesa di Davide Rossi, sempre secondo il quotidiano, ha espresso soddisfazione per la sentenza d’appello che ha assolto il figlio di Davide Rossi dalle accuse di lesioni stradali e omissione di soccorso. La linea sostenuta dagli avvocati che lo assistono, Carla Serra e Giulia Bongiorno, è sempre stata la stessa: innocente. Quel giorno, il 16 settembre 2016, secondo quanto ricostruito a guidare il veicolo, la sua Audi, non era lui ma l’amico, come lo stesso Davide Rossi avrebbe sostenuto fin da subito supportato dalle dichiarazioni del giovane finito a processo per favoreggiamento.



In secondo grado sarebbe stata confermata questa ricostruzione. È ancora Il Corriere della Sera a riportare la dinamica dell’incidente: l’amico di Rossi avrebbe centrato in pieno una macchina con a bordo due ragazze dopo essersi immesso in via Garimberti senza rispettare stop e poi precedenza. A fare il cid, stando a quanto emerso, sarebbe stato lo stesso giovane che era al posto di guida al momento dell’impatto. In primo grado, invece, per il giudice il conducente era Davide Rossi che, dopo aver lasciato all’amico il compito di occuparsi della constatazione amichevole, sarebbe scappato. Uno scenario ribaltato con la recente sentenza.