Questa sera, sabato 15 gennaio, torna Tali e Quali Show in versione NIP. Carlo Conti conduce la seconda puntata su Raiuno, a partire dalle ore 21.25. Protagonisti saranno anche oggi 11 artisti non professionisti, alle prese con le reinterpretazioni di personaggi famosi, cantando chiaramente dal vivo. Tra i big della musica italiana e internazionale che vedremo tra le imitazioni della seconda puntata c’è il grande Vasco Rossi. Il Blasco è tutto sommato non difficile da imitare, anche nella voce, l’hanno portato come cavallo di battaglia tanti imitatori celebri, ma quel mood tra il saggio sballato e ora il vecchio rocker mai in decadenza, non è così facile come poteva essere il Vasco di anni fa, tra ‘Bollicine’ e ‘Siamo solo noi’.



Oggi Vasco è un uomo che si ferma a riflettere, ha lasciato il suo istinto solo in parte ma lo rivalutiamo sotto tanti aspetti, grazie all’intervista recentemente rilasciata sulle pagine di Repubblica. “Pazzesco. Non me lo sarei mai aspettato. Di arrivarci, voglio dire …”, dichiara un Vasco Rossi che pensando al suo prossimo compleanno durante il quale spegnerà settanta candeline, s’immaginava piuttosto come un Kurt Cobain all’italiana, quindi non in grado di arrivare sino a qui, eppure la sua emilianità, pragmatica e concreta, tra il sentore di sballi e alcol non l’ha mai compromesso del tutto e, fortunatamente per lui e tutti noi, ha scelto di non divenire icona da lapide del rock, ma di esserci è c’è sino in fondo, anche con un nuovo album uscito da poco ‘Siamo qui’, dove il siamo potrebbe essere plurale maiestatis oppure la sensazione che Rossi si senta parte di qualcosa che prevede lui e tutti coloro che con lui si riconoscono, e sono tanti, almeno quattro generazioni che alzano l’accendino o usano il telefonino come torcia sotto il suo palco.



Vasco Rossi, la sua vita raccontata attraverso grandi capolavori

‘Ho fatto la cronaca della mia vita scrivendo canzoni…’, dichiara Vasco e nell’intervista si sente un po’ come Bruce Springsteen e nel citarlo quando il ‘Boss’ afferma che sotto il suo palco si trovano conservatori e democratici, anche per Vasco la sua sensazione è quella di essere un catalizzatore sociale italiano. Sotto la bandiera del Blasco nessuna divisione: giovani, vecchi, democratici, forzisti, destra e sinistra, anarchici e disillusi, cantano le canzoni di questo idolo oramai inter generazionale.



L’intervista analizza tanti aspetti della vita del rocker italico, che ce lo rende umano quando afferma che il suo lockdown l’ha avuto tanti anni fa, schiavo dell’anfetamina, poi libero trovando la forza e la voglia di passeggiare sulle sue colline, respirare l’aria fresca e non viziata della sua vita, un Vasco che scopriamo oggi anche appassionato di letteratura, di giardinaggio, per quanto senza grande successo, insomma, uomo e ci piace così.