È polemica sul concerto di Vasco Rossi che si dovrebbe svolgere a Trento: ormai da anni si discute in merito ad alcuni problemi di sicurezza che ciò potrebbe comportare in virtù della zona prescelta, ovvero quella circostante Trentino Music Arena dell’area San Vincenzo, a sud della città. La data ufficiale – il 20 maggio 2022 – sta adesso arrivando e per questo motivo le discussioni sono state accelerate. Mercoledì 9 febbraio durante il Consiglio della provincia autonoma, come riportato da Il Post, per quasi otto ore si è discusso del tema. Non si è, tuttavia, arrivati ad un punto di incontro.



L’evento è infatti fortemente voluto dalla Provincia, in particolare il presidente Maurizio Fugatti e la Lega, anche in virtù delle spese ingenti già sostenute, ma i dubbi in merito ai danni che esso potrebbe comportare sono tanti e l’opposizione non intende oscurarle. La Trentino Music Arena è stata infatti costruita in una zona da tempo in disuso ed il concerto di Vasco Rossi dovrebbe esserne l’inaugurazione, se non fosse che essa non sembrerebbe le caratteristiche necessarie a ospitare 120 mila persone, ovvero quelle previste dalla biglietteria. Il motivo principale è che non ci sono gli spazi necessari a far entrare e uscire il pubblico in sicurezza.



Vasco Rossi, polemica concerto a Trento: è caso politico. Le accuse dell’opposizione

In questi due anni in molti hanno sottolineato l’inadeguatezza della Trentino Music Arena ad un evento di questo calibro, tanto che il concerto di Vasco Rossi Trento da semplice polemica è diventato un vero e proprio caso politico. Dopo oltre due anni non si è arrivati ad un punto. La Commissione provinciale di vigilanza, da parte sua, ha più volte espresso il suo “no” dopo le valutazioni dell’area, avvertendo che “data la programmata presenza di oltre 120mila persone, può determinare pericolose interferenze, travolgimenti e schiacciamenti delle persone coinvolte da un evento avverso (come hanno insegnato i fatti di piazza San Carlo di Torino)”.



Nonostante ciò, l’organizzazione dell’evento non è mai stata interrotta. L’amministrazione, piuttosto, secondo quanto riportato da Il Post, avrebbe fatto ricorso ad un esperto nazionale in materia per studiare un piano di garanzia di sicurezza. Il presidente della provincia autonoma Maurizio Fugatti, da parte sua, non intende rinunciare all’evento, che porterebbe nelle casse 15-20 milioni di euro. “E soprattutto c’è da mettere in risalto il grandissimo valore promozionale per il nostro territorio. Per noi è motivo di orgoglio”, ha detto.