È un Vasco Rossi incredibilmente giù di morale quello che si è concesso in queste ore ai microfoni de “Il Corriere della Sera” e di Milena Gabanelli per commentare il quadro emergenziale connesso alla pandemia di Coronavirus. D’altra parte, il “Blasco” è un artista che vive di e per la musica, che si ciba delle emozioni che essa e le performance live sanno regalare. “Quando abbiamo capito che i concerti andassero rinviati, mi è crollato il mondo addosso – ha dichiarato il cantante –. Da un anno progettavo questo, avevamo già lavorato, eravamo pronti per partire, io ero già pronto psicologicamente. Tutto è crollato. Per me fare i concerti è importante anche dal punto di vista psicologico. Peraltro, il rocker ha candidamente ammesso che in questo contesto a dir poco difficoltoso sta soffrendo incredibilmente e pare avere smarrito l’ispirazione per produrre nuovi singoli di successo: Mica scrivo canzoni, sono troppo allibito e attonito dalla situazione. Gli scienziati? Si dessero da fare un po’ di più, trovino questa cura”.



VASCO ROSSI: “HO DECISO DI SOSTENERE I MIEI COLLABORATORI”

Vasco Rossi ha poi rivelato che solitamente, per reggere il ritmo serrato di concerti e tour, si tiene in forma svegliandosi al mattino presto e preparandosi adeguatamente. “All’inizio di questo virus credevo che si potessero rinviare i concerti a settembre, poi mi sono detto: ok, si salta un anno, facciamo finta che quest’anno non esista, pensiamo a non ammalarci”. Il pensiero del rocker è però subito corso a chi rende possibile tutto il fenomeno che gravita attorno a lui e che rende possibile il suo successo: “Le persone non lo sanno, ma c’è un sacco di gente che lavora dietro le quinte. È stato subito il mio pensiero: ‘E adesso tutti questi che rimangono senza lavoro, con difficoltà economiche molto più grosse di me?’. Io un anno senza concerti posso stare, per loro è diverso”. Inizialmente, dialogando con alcuni suoi colleghi, quali Jovanotti e Laura Pausini, Rossi aveva pensato a un fondo di solidarietà da istituire per i collaboratori, ma non sapevano a chi affidare questi soldi. A quel punto, i cantanti hanno redatto un documento pubblico per domandare al Governo di sostenere tutti i lavoratori del settore. Intanto, però, Vasco ha deciso di proteggere autonomamente le trenta persone che lavorano per e con lui: “Così sono sicuro che la cosa venga fatta davvero per bene”.

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