La Santa Sede e il Vietnam hanno raggiunto l’Accordo sullo Statuto del Rappresentante pontificio residente e dell’Ufficio del Rappresentante pontificio residente della Santa Sede in Vietnam. Come riportato da Vatican News, l’intesa è stata firmata in occasione della visita del presidente Vo Van Thuong sulla base della decima sessione del Gruppo di lavoro congiunto Vietnam-Santa Sede, svoltasi il 31 marzo scorso in Vaticano, e con il desiderio di continuare a far progredire le relazioni bilaterali. Il presidente del Vietnam ha incontrato Papa Francesco e successivamente il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin. Le parti hanno espresso grande apprezzamento per il progresso nei rapporti e per i contributi positivi offerti dalla comunità cattolica del Paese asiatico.



Vaticano, accordo tra Santa Sede e Vietnam

Nella nota è stato sottolineato che Santa Sede e Vietnam hanno manifestato fiducia che il Rappresentante pontificio residente adempia al ruolo e al mandato conferiti nell’intesa, con sostegno alla comunità cattolica vietnamita e realizzando la vocazione di “accompagnare la nazione” e ad essere “buoni cattolici e buoni cittadini”, contribuendo allo sviluppo del Paese. Ricordiamo che i rapporti tra le parti erano stati interrotti quasi cinquant’anni fa, nel 1975, ma erano già stati riallacciati nel 1990. L’anno precedente il cardinale Roger Etchegaray potè recarsi nel Paese in visita ufficiale. Da quel momento in poi un lungo percorso che ha visto protagonista l’allora monsignor Parolin. Nel 2011, inoltre, Benedetto XVI aveva nominato un Rappresentante pontificio non residente in Vietnam.



“L’Accordo non rappresenta solo un traguardo, bensì un nuovo inizio, nel segno del reciproco rispetto e della reciproca fiducia”, le parole di Parolin riportate dall’Adnkronos: “C’è un aspetto che mi ha sempre colpito positivamente nel popolo vietnamita, forse perché è qualcosa che ho respirato sin da bambino nella mia terra d’origine: l’umile laboriosità. Nei miei contatti – ha osservato il porporato ai media vaticani- ho potuto sperimentare una profonda attitudine al lavoro, non solo manuale, ma intesa come impegno in tutto ciò che si fa. Tale caratteristica potrebbe generare presunzione; invece i vietnamiti mantengono sempre un atteggiamento umile e rispettoso, anche se fiero, capace di adattarsi ad ogni situazione, come fa la pianta del bambù, che si piega ma non si spezza. Perché questa introduzione? Perché ritengo che il futuro ci chiama a un cammino da continuare a percorrere insieme, senza la pretesa o la fretta di raggiungere qualche altra meta, ma con la disponibilità di chi vuole confrontarsi per trovare il meglio”.

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