LA RISPOSTA DEL VATICANO ALLA FAMIGLIA DI EMANUELA ORLANDI

Dopo le ultime notizie in merito al caso di Emanuela Orlandi, arriva il giorno dopo la conferenza stampa della famiglia la risposta del Vaticano affidata al direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni. In merito infatti alle notizie circa il presunto coinvolgimento dello zio di Emanuela, Natalina e Pietro Orlandi (Mario Meneguzzi, oggi defunto marito di Lucia Orlandi, sorella di Ercole padre di Emanuela, ndr), la famiglia ha smentito in ogni modo, accusando il Vaticano di non avere interesse a raggiungere la verità.



Da qui la risposta della Santa Sede con il direttore Bruni che ribadisce l’impegno di Papa Francesco e di tutta la Chiesa nel trovare finalmente la verità sulla scomparsa di Emanuela avvenuto il 22 giugno 1983 a Roma: «La Santa Sede condivide il desiderio della famiglia di arrivare alla verità sui fatti e, a tale fine, auspica che tutte le ipotesi di indagine siano esplorate». Secondo quanto riportato dai media italiani, la sorella di Emanuela – Natalina Orlandi – sarebbe stata vittima di abusi da parte di uno zio, deceduto da anni, e che gli elementi indiziari sarebbero già al vaglio delle autorità giudiziarie. Sempre dai tg, riporta il Vaticano, è stato spiegato che la suddetta sorella avrebbe confidato le violenze subite dal parente ad un sacerdote molto vicino alla famiglia. Infine, dalle carte consegnate dal promotore di giustizia Alessandro Diddi alla Procura di Roma «sarebbe emerso uno scambio di lettere che ricondurrebbe all’interno della famiglia della ragazza la misteriosa scomparsa».



“ZIO DI EMANUELA ORLANDI? NON È STATA VIOLATA LA CONFESSIONE”: COSA DICE LA SALA STAMPA VATICANA

È da queste notizie che poi Pietro Orlandi in conferenza stampa ha accusato il Vaticano di non voler trovare la verità sulla vicenda drammatica della sorella Emanuela: qui però la Santa Sede risponde a tono e sottolinea come l’Ufficio del Promotore di Giustizia sta cooperando attivamente con le Autorità competenti Italiane. Non solo, il 19 aprile scorso «i magistrati vaticani hanno consegnato riservatamente all’Italia, coperta dal segreto istruttorio, la documentazione disponibile relativa al caso, inclusa quella raccolta nei mesi precedenti nel corso dell’attività istruttoria», riporta la nota del Vaticano.



Da ultimo, la Santa Sede intende ribadire il pieno desiderio del Pontefice – uguale a quello della famiglia – «di arrivare attraverso questa indagine autorizzata da Papa Francesco alla verità sui fatti». Tutte le ipotesi sono e verranno esplorate mentre in riferimento ai “fatti” sul presunto coinvolgimento dello zio di Emanuela, il Vaticano intende chiarire bene per evitare fraintendimenti: «la corrispondenza in questione», e qui si intende quella ancora non confermata nei contenuti tra il cardinale Agostino Casaroli e un sacerdote sudamericano, in passato consigliere spirituale e confessore degli Orlandi, «nella quale si chiede conferma delle presunte molestie subite da Natalina – indica espressamente che non vi è stata alcuna violazione del sigillo sacramentale della Confessione».