Nuova “riforma” in Vaticano questa volta dedicata al tema delle parrocchie e all’annoso problema della mancanza di preti: si intitola «La conversione pastorale della comunità parrocchiale al servizio della missione evangelizzatrice della Chiesa» ed è il nuovo documento-Istruzione della Congregazione per il Clero che prova a porre uno strumento canonico-pastorale per i diversi progetti di riforma della comunità parrocchiale e delle ristrutturazioni diocesane. Al di là delle tantissime nuove norme che andranno a modificare/confermare l’impianto strutturale delle parrocchie, novità importanti arrivano sul fonte “tariffario” ma soprattutto per la celebrazione di nozze, funerali e battesimi: «in merito al problema della carenza di sacerdoti, questo potrà portare, in via eccezionale, al fatto che il Vescovo, a suo prudente giudizio, potrà affidare ufficialmente alcuni incarichi ai diaconi, alle persone consacrate e ai fedeli laici, sotto la guida e la responsabilità del parroco».



VATICANO, LA RIFORMA DELLE PARROCCHIE

Sempre secondo il nuovo documento della Congregazione, i laici potranno presiedere la Liturgia della Parola «là dove non si può celebrare la Messa per mancanza di sacerdoti […] Non potranno invece in alcun caso tenere l’omelia durante la celebrazione dell’Eucaristia». Il principio rilanciato dal documento del Vaticano parte dall’assunto per cui «nella Chiesa c’è posto per tutti e ciascuno può trovare il proprio nell’unica famiglia di Dio». Spiega monsignor Andrea Ripa, sotto-segretario del dicastero, che il testo oggi partorito riguarda la sintesi di due precedenti documenti sulla collaborazione laici-preti datato 1997 e l’istruzione del 2002 «il presbitero pastore e guida della comunità». Ancora Ripa spiega all’Avvenire che la novità della Santa Sede intende operare insieme «per valorizzare ogni carisma preservando la Chiesa da possibili derive, come “clericalizzare” i laici o “laicizzare” i chierici o ancora fare dei diaconi permanenti dei mezzi preti o dei preti mancati». Tolte le tariffe per le Messe con l’Istruzione della Congregazione che recita «La Messa e i sacramenti non possono comportare un prezzo da pagare, una tassa da esigere», non si può «dare l’impressione che la celebrazione dei sacramenti, soprattutto la Santissima Eucaristia, e le altre azioni ministeriali possano essere soggette a tariffari».



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