Una lettera del cardinale Becciu a Papa Francesco per ottenere dichiarazioni scagionanti circa le accuse di “averlo imbrogliato”, richiesta alla quale il Pontefice avrebbe opposto un secco rifiuto dopo aver sottolineato di non voler entrare nelle sue strategie processuali. È quanto emerge all’esito della nuova udienza, la numero 50, del processo in Vaticano sulla gestione dei fondi della Segreteria di Stato.



Il promotore di Giustizia, Alessandro Diddi, avrebbe depositato uno scambio epistolare tra Becciu e Bergoglio in cui, riporta Vatican News, il cardinale avrebbe chiesto al Papa di ritrattare il suo “pronunciamento negativo” sull’acquisto del Palazzo di Londra e sul versamento di somme alla manager sarda Cecilia Marogna – imputata con il porporato – per la liberazione della suora colombiana rapita in Mali, con richiesta di confermare di aver autorizzato lui le operazioni.



Secondo l’accusa, riporta Adnkronos, quelle somme (575mila euro che Becciu sostiene versati dalla Segreteria di Stato per presunte attività di intelligence) sarebbero state usate dalla ex collaboratrice del cardinale Becciu per spese di lusso. Alla missiva di Becciu, datata 24 luglio 2021, il Pontefice avrebbe replicato due giorni dopo sottolineando il suo stupore per quanto sollecitato dal porporato e di non poter assolutamente dar seguito alla sua richiesta di “annullare” la precedente lettera (quella che il Papa avrebbe scritto al cardinale il 21 luglio dello stesso anno per esporre la sua posizione sulle questioni). “Caro Fratello – si legge in un passaggio della risposta di Papa Francesco riportato dall’agenzia –, ritenevo, con la prima lettera del 21 luglio u.s. in risposta speravo definitiva, alla Sua del 20 luglio, di aver chiarito, in spirito di verità, la mia posizione negativa sulle dichiarazioni che intende farmi sottoscrivere“.



La richiesta di Becciu al Pontefice per farsi scagionare: due dichiarazioni da firmare allegate alla lettera

Il carteggio tra Papa Francesco e il cardinale Becciu, depositato durante il processo in Vaticano sulla gestione dei fondi della Santa Sede, secondo quanto riportato da Adnkronos, riguarda proprio le lettere tra il Pontefice e il porporato in cui emergerebbe come Becciu avrebbe cercato di far firmare al Papa due dichiarazioni allegate alla sua missiva, così da far sottoscrivere a Bergoglio documenti in cui si assumessero come da lui autorizzate le operazioni relative all’acquisto del Palazzo di Londra e alla liberazione della suora in Mali. Situazioni sulle quali il Papa si era già espresso con la precedente lettera che Becciu, nella sua del 24 luglio 2021, avrebbe chiesto di “annullare” con una sostanziale ritrattazione.

La richiesta di Becciu sarebbe stata formulata nei seguenti termini, secondo il contenuto della missiva in questione riportato da Adnkronos: “Con molta semplicità Le riassumo qui la questione. lo sono accusato dai magistrati di aver imbrogliato Lei sia per la vicenda della Suora colombiana, sequestrata in Mali, sia per la proposta di acquisto del Palazzo di Londra che Le presentai a nome di un Fondo Americano. lo dovrei citarLa come Testimone nel Processo, ma non mi permetterei di farlo, tuttavia ho bisogno di due Sue dichiarazioni che confermino come siano avvenuti i fatti (veda Allegati). Nel contempo, Le rinvio la lettera che mi ha scritto perché vi apponga questa semplice nota: ‘prego non tener conto di questa lettera che ritengo nulla” con la Sua firma e la data. Abbia poi la bontà di farmela riavere così da conservarla per esibirla in tribunale qualora fosse necessario (…)“. Il prelato avrebbe allegato inutilmente le due dichiarazioni da far firmare al Pontefice, fermo nel suo secco rifiuto che avrebbe così vanificato i reiterati sforzi del cardinale per farsi scagionare.