“Dagospia” finisce nel mirino di Papa Francesco. Il portale di gossip diretto da Roberto D’Agostino si è sentito chiamato in causa da una frase pronunciata di recente nell’Angelus dal Pontefice: “Il chiacchiericcio contro gli altri è una peste più brutta del Covid”. “Il Giornale” ha intervistato lo stesso D’Agostino, partendo proprio da questa tematica: “Quella del Papa è una fissa. Ogni tanto si affaccia e spara queste prediche contro il chiacchiericcio. Me ne ricordo una nell’ottobre dell’anno scorso, quando disse che i pettegolezzi inquinano. Lo fece addirittura durante la messa per la giornata missionaria. Ecco, mi chiedo che c’entrano le chiacchiere con i missionari. Non è importante. La prima volta che puntò l’indice contro il gossip fu il 2 settembre 2013 a Santa Marta. Disse che le chiacchiere minacciano la comunità umana, seminando invidie e gelosie, fino a dire una cosa forte. Il pettegolezzo può uccidere una persona”.
DAGOSPIA: “LA CHIESA È IL REGNO DEI PETTEGOLEZZI”
“Dico solo che la Chiesa è il regno dei pettegolezzi e lui di quel regno Papa Francesco è il capo”, ha proseguito Roberto D’Agostino nel corso dell’intervista rilasciata a “Il Giornale”. Il numero uno di “Dagospia” ha poi aggiunto: “Sapete cosa diceva il compianto monsignor Marcinkus? Il Vaticano è un paese di cinquecento lavandaie. Dagospia è niente al confronto. Solo Benedetto XVI ha cercato di frenare la fabbrica del gossip di San Pietro. Quando qualcuno spettegolava, salutava, si girava e se ne tornava nelle sue stanze”. D’Agostino ha quindi aggiunto: “Come tutti, io stesso ho una vita di peccati e ho sempre pagato per quello che ho svelato. Però siamo sicuri che quello che chiamiamo pettegolezzo sia spazzatura? Il romanzo più bello del secondo Novecento per me è Fratelli d’Italia di Alberto Arbasino. Mi riferisco alla prima edizione. È il racconto di tutti i pettegolezzi d’Italia. Lo stile poi, certo, fa la differenza. Quello che dico sempre è che da mille portinai può nascere un Proust”.