LA PRECISAZIONE DEL VATICANO SULLE PAROLE DI PAPA FRANCESCO ALLA RSI

L’intervista di Papa Francesco alla Radio Televisione Svizzera – anticipata ieri e pubblicata oggi su sito RSI – ha avuto l’effetto “tonante” di riaccendere i riflettori del complesso rapporto tra il Vaticano e la Chiesa d’Ucraina fin dall’inizio del conflitto. La volontà del Santo Padre di rappresentare un punto di negoziato e di contatto tra Mosca e Kiev ha sempre irritato il Governo Zelensky, ma dopo le parole usate dallo stesso Bergoglio nell’intervista alla tv svizzera il grado di conflittualità si è alzato notevolmente. Per questo oggi è intervenuto il direttore della Sala Stampa Vaticana Matteo Bruni, rispondendo alle varie domande dei giornalisti che chiedevano spiegazioni alle parole dette da Papa Francesco.



«Il Papa con le sue parole sull’Ucraina ha inteso chiedere il cessate il fuoco e rilanciare il coraggio del negoziato», così il direttore Bruni prova a “spegnere il fuoco” delle polemiche tra Kiev e il Vaticano stesso. Papa Francesco con quell’intervista alla RSI «usa il termine bandiera bianca, e risponde riprendendo l’immagine proposta dall’intervistatore, per indicare con essa la cessazione delle ostilità, la tregua raggiunta con il coraggio del negoziato. Altrove nell’intervista, parlando di un’altra situazione di conflitto, ma riferendosi a ogni situazione di guerra, il Papa ha affermato chiaramente: ‘Il negoziato non è mai una resa’».



L’intervistatore Lorenzo Bucella ha infatti chiesto al Papa se in Ucraina c’è chi ha il coraggio della resa e della bandiera bianca, chiedendo al Santo Padre cosa ne pensasse: a quel punto – continua la Sala Stampa Vaticana – Francesco ha risposto in questi termini: «È un’interpretazione. Ma credo che è più forte chi vede la situazione, chi pensa al popolo, chi ha il coraggio della bandiera bianca, di negoziare. E oggi si può negoziare con l’aiuto delle potenze internazionali. La parola negoziare è una parola coraggiosa. Quando vedi che sei sconfitto, che le cose non vanno, occorre avere il coraggio di negoziare. Hai vergogna, ma con quante morti finirà? Negoziare in tempo, cercare qualche Paese che faccia da mediatore». In sostanza il Papa chiede di negoziare e che tale atto non sia da scambiare con una resa ma con un forte coraggio.



L’IRA DELLA CHIESA D’UCRAINA DOPO L’INTERVISTA DI PAPA FRANCESCO. DA MOSCA…

Per concludere la precisazione sulla importante intervista rilasciata da Papa Francesco dopo due anni di guerra in Ucraina, il portavoce Bruni sottolinea come l’auspicio (e il realismo) del Santo Padre «è e resta quello sempre ripetuto in questi anni, e ripetuto recentemente in occasione del secondo anniversario del conflitto», ovvero «Mentre rinnovo il mio vivissimo affetto al martoriato popolo ucraino e prego per tutti, in particolare per le numerosissime vittime innocenti, supplico che si ritrovi quel po’ di umanità che permetta di creare le condizioni di una soluzione diplomatica alla ricerca di una pace giusta e duratura». L’immagine già usata da Papa Francesco durante l’Angelus del 25 febbraio 2022, l’indomani dell’invasione russa in Ucraina, viene oggi ripresa dal direttore della Sala Stampa Vaticana: «Papa definì martoriato il popolo ucraino, esprimendo vivo affetto alla popolazione e chiedendo di creare “le condizioni di una soluzione diplomatica alla ricerca di una pace giusta e duratura”».

Oggi tra l’altro nell’Angelus da Piazza San Pietro, Papa Francesco è tornato a chiedere pace e negoziati per concludere le guerre: «Preghiamo per la martoriata Ucraina e per la Terra Santa perché cessino i conflitti». Al momento tali precisazioni non sembrano aver convinto appieno la Chiesa e il Governo ucraino che reputa l’intervento di Papa Francesco «sconvolgente» e addirittura «imbarazzante»: la comunità ucraina in Italia commenta l’intervista alla RSI in modo durissimo, «Le parole del Papa sono sconvolgenti, imbarazzanti e profondamente offensive nei confronti di un popolo che da oltre due anni cerca di sopravvivere alla criminale aggressione russa». Secondo l’ambasciata ucraina presso il Vaticano, «Nessuno chiese di negoziare con Hitler né una bandiera bianca per soddisfarlo». Da ultimo, il Capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, Sviatoslav Shevchuk, sui social ha riportato un passaggio del suo intervento nella chiesa di San Giorgio a New York dove si trova in visita pastorale: «L’Ucraina è ferita ma imbattuta. L’Ucraina è esausta, ma resta in piedi. In Ucraina nessuno ha la possibilità di arrendersi! E tutti quelli che guardano con scetticismo alla nostra capacità di stare in piedi, diciamo: venite in Ucraina e vedrete!». Nel frattempo dal Cremlino le uniche parole emerse sono quelle rilanciate dal Ministero degli Esteri in una nota: «Papa Francesco parla all’Occidente non all’Ucraina», è il commento caustico del Governo russo da Mosca, che poi aggiunge «tutti sanno che l’Ucraina è in un vicolo cieco». Secondo quanto riporta oggi sul “Corriere della Sera” il cronista Gian Guido Vecchi, esperto di vicende vaticane, sottolinea come nella Santa Sede vi sia un’urgente intento diplomatico per l’ansia che si possa scatenare un’escalation, tanto in Ucraina quanto in Terra Santa: in particolare, preoccupano – spiega il “CorSera” – per Papa Francesco le recenti parole di Francia e Polonia sulla possibilità di mandare truppe NATO in Ucraina. Anche per questo motivo è prevista nelle prossime settimana una nuova missione di pace del Card. Matteo Maria Zuppi a Parigi per parlare con Macron: dopo Ucraina, Russia, Cina e Stati Uniti, la visita del Presidente CEI sarebbe la quinta missione di pace voluta fermamente da Papa Francesco.