Vauro Senesi ospite ieri di #CR4 La Repubblica delle Donne, ha parlato con Piero Chiambretti in onda su Rete4, di molti temi, tra cui la politica, al fianco di Vittorio Feltri, protagonista fisso della trasmissione del mercoledì sera di Mediaset. Due colossi, due persone che sanno il fanno loro e che dicono tutto ciò che pensano a loro rischio e pericolo. Vauro in seconda elementare veniva considerato un cretino: “Ma anche ora…”, svela il fumettista. Quella maestra ogni lezione prendeva il “cretino” e lo metteva nel corridoio in castigo con matite e colori: “Le devo moltissimo… mi ha dato la libertà di essere fuori”. Vauro abita vicino al Viminale e, proprio per questo, ironizza: “Ero felice quando Salvini era Ministro degli Interni… quello era il posto più sicuro perché lui non lo trovavi mai”. Feltri ha scritto di recente: “Il comunismo è una malattia mentale che non si può guarire… “. “Ma era una battuta”, precisa il direttore. Vauro risponde: “Ha ragione, dal comunismo non si guarisce… io ne sono affetto e spero di essere infetto”.



Vauro: “L’antifascismo deve essere condiviso da tutti”

“Tra la passione e la malattia il confine è sottile. La passione è una febbre. Per me è una bellissima malattia. Bisogna specificare che chi guarisce dalla malattia peggiora… non guarite dal comunismo”, confida ancora Vauro parlando della sua fede politica.  Successivamente Senesi parla anche di Berlusconi: “Lui era ossessionato dai comunisti, li vedeva ovunque perché li aveva assunti tutti”. Prima di interrogarsi sul post elezioni, si parte con “l’incazzometro”, chi tra il vignettista e Vittorio Feltri si è arrabbiato maggiormente durante i confronti televisivi? “Forse Vauro è in vantaggio perché ha avuto scontri quasi fisici…”, commenta Chiambretti. “Io sono un imbecille appassionato. Io parto anche se la stazza è quella che è… a volte ci sono delle cose intollerabili”. Si parla delle elezioni regionali in Emilia e Calabria, la televisione ci ha fatto vedere e sentire cose che hanno creato molta confusione. Da quello che si evince hanno vinto tutti, perché leggendo i dati, si trova sempre il modo di giustificare un voto piuttosto che un altro. “Ho perso 20 centesimi perché non avevo scommesso sulla vittoria della sinistra. – sostiene Vauro – C’è stata la vittoria di una parte del paese che non ne voleva più di questo modo di fare politica. L’antifascismo deve essere condiviso da tutte le forze politiche”.

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