Vauro Senesi, noto vignettista, ha letteralmente esultato ai microfoni di Adnkronos quando ha saputo che il Senato ha dato il via libera al processo contro Matteo Salvini, accusato di sequestro di persona aggravato in riferimento al caso Gregoretti. “Mi fa esclamare di sollievo – ha dichiarato –: finalmente questi immigrati ‘invasori’ sono riconosciuti come persone. Non stappo bottiglie di champagne se non che per questo riconoscimento, un grande passo avanti. Sul merito, poi ,dovrà decidere la magistratura”. Ampliando il discorso sul caso Gregoretti, Vauro Senesi ha aggiunto: “Prendo per buono che l’Italia è a rischio ‘invasione’ e che dunque essendo una penisola la difesa spetta alla Marina militare, verso cui nutro una grandissima stima. Mi sento orgoglioso come italiano degli uomini e delle donne che la compongono e delle tante vite che hanno salvato. Per questo il caso dei 131 migranti bloccati lo scorso luglio al largo di Augusta evidenzia un approccio governativo del tutto opinabile, dal momento che Salvini ha frenato nella difesa dei confini chi in realtà li avrebbe dovuti difendere”.
VAURO SENESI: “IL SALVINISMO È DIVENTATO SENSO COMUNE IN ITALIA”
Vauro Senesi, sempre ai microfoni di Adnkronos, si è soffermato su quanto detto da Giulia Bongiorno (“Quando si crea un vuoto per la crisi di un potere, quel vuoto viene colmato da quel potere che avrebbe il compito di bilanciarlo”): “Non sono fra quelli che pensano che sarà la via giudiziaria a sconfiggere il salvinismo. Non sono né contro né un fan della magistratura, che è un corpo separato dello Stato. A volte svolge egregiamente il suo ruolo , ma è anche criticabile come altre istituzioni, tuttavia non penso supplisca la politica o che debba farlo o che lo stia facendo”. Vauro alimenta infine la sua riflessione con il pericolo contagio… Del Coronavirus? No, del “Salvinismo”. “Purtroppo il Salvinismo in Italia è diventato senso comune e per sconfiggerlo ci vuole ben altro: una ripresa culturale di coscienza civile collettiva, di valorizzazione della solidarietà che è l’aggregante di qualsiasi società. Oggi è solo alla politica che si può attribuire il vuoto di cui parla la Bongiorno, un deserto fatto di slogan, privo di contenuti, che cavalca rabbie e che si manifesta nella difficoltà del Parlamento a legiferare, come giustamente denuncia la senatrice”.