Alimentazione vegana, gli studiosi: non va bene per tutti

La moda dello stile alimentare vegano e vegetariano sembrava essere prepotentemente entrata nelle abitudini degli italiani, in aumento costante fino allo scorso anno, quando si è verificato improvvisamente un drastico cambiamento di rotta. Calo generale del numero dei consumatori e dei promotori del plant based food. I dati lo dimostrano: diminuiti in percentuale dal 5,4% all’1,3%, tutti quelli che prima facevano a meno di consumare carne, latticini e prodotti di orgine animale. Molti anche i personaggi famosi dichiarati “pentiti”, che hanno rivelato di aver avuto problemi di salute a causa della mancanza di alcune sostanze fondamentali per il corretto funzionamento dell’organismo. I nutrizionisti confermano che uno stile totalmente basato su vegetali non fa bene alla salute e neanche all’ambiente. Lo studio completo pubblicato su “Panorama” di questa settimana.



Sono ancora 800mila, gli Italiani che seguono un’alimentazione vegana, priva di carne, latte, uova e derivati. Secondo le statistiche però il calo netto degli ultimi anni, rispetto a quando il vegetarianesimo sembrava destinato a diventare uno stile di vita preponderante per il futuro, sarebbe dovuto anche ad una maggiore informazione dei consumatori ed accessibilità a studi di tipo scientifico ed opinioni autorevoli. I nutrizionisti, non solo italiani, infatti concordano in maggioranza che questo modo di alimentarsi non sarebbe consigliato per tutti, anzi a volte può diventare pericoloso.



Alimentazione vegana, Giorgio Calabrese: “moralmente apprezzabile, ma non fa bene alla salute”

Sull’alimentazione vegana e vegetariana, è intervenuto più volte il nutrizionista ed attuale presidente del Comitato di sicurezza alimentare del ministero della Salute, Giorgio Calabrese. Secondo il professore infatti, questo stile di vita non promuove un miglioramento generale della salute ma in molti casi può contribuire a peggiorarlo. I rischi sono soprattutto quelli di una carenza di vitamina B12, che è necessaria al buon funzionamento del sistema nervoso. Inoltre evitare di assumere carne e latticini, potrebbe alla luga portare ad abusare di fibre e quindi compromettere il giusto funzionamento dell’intestino. Altro problema è la soia contenuta in alimenti sostitutivi, per la maggior parte prodotta con OGM che interferiscono con una corretta produzione degli ormoni.



Tra gli svantaggi dell’essere vegani, sicuramente Calabrese individua anche i probabili benefici. Vero ad esempio che il consumo di verdure, soprattutto di stagione, contribuisce a scongiurare il rischio di cancro producendo una grande quantità di antiossidanti. Come anche lo stile vegetariano è sicuramente apprezzabile dal punto di vista etico e morale, per il rispetto del principio di non voler nuocere ad altri esseri viventi e rispettare gli animali. Anche per questi argomenti di tipo ambientale però i dubbi sono molti, secondo i ricercatori infatti: “la rinuncia totale ai prodotti d’origine animale non contrbuirà a salvare il pianeta“.

I rischi della dieta vegan: evitare il “fai da te”

L’inchiesta sui benefici dell’alimentazione vegana, prosegue con differenti studi scientifici e prove che sostengono una pericolosità di questo stile di vita. Soprattutto quando viene imposto ai bambini piccoli. Se da una parte gli esperti concordano sul fatto che mangiare verdure fresche previene i tumori e contribuisce ad un regolare sviluppo dell’apparato gastroenterico nei più piccoli, non è propriamente consigliato rinunciare a tutti gli alimenti di origine animale nell’eta dello sviluppo.

Il più grave pericolo è rappresentato sempre e comunque nel “fai da te” cioè nel decidere di escludere completamente alcuni tipo di cibi e seguire diete troppo radicali. Questo è dannoso, sia per i bambini se non vengono adeguatamente controllati periodicamente, sia per le donne incinte che non possono essere certe di assumere la giusta quantità e qualità di nutrienti necessari. Per questi potenziali problemi ed evitare inutili rischi è sempre consigliato chiedere un parere medico, e magari fare alcune analisi, prima di modificare drasticamente lo stile alimentare.