E’ morto perchè ha rifiutato il vaccino anti covid, Glynn Steel, un 55enne vegano e animalista. Ha detto no alla “cura” in quanto testata sugli animali, ma alla fine è deceduto proprio di covid. La sua storia è raccontata dal tabloid inglese Mirror e riportata in Italia da diversi organi di informazione come Il Fatto Quotidiano. Proviene da Malvern nel Worcestershire, e Glynn Steel, il convinto vegano e animalista è deceduto lo scorso 16 novembre, dopo due settimane di terapia intensiva.



“Non mi sono mai sentito così male, vorrei aver fatto il vaccino“, sarebbero alcune delle ultime parole rilasciate dallo stesso paziente, come scrive il Mirror. La moglie Emma, invece, ha confessato: “Ha implorato il vaccino quando era in terapia intensiva prima di andare in rianimazione, ma hanno detto che era troppo tardi. Ho pianto fino alla disidratazione ogni notte… È dover dire alle persone che lo amavano che non lo vedranno mai più, e vedere quel dolore in loro”.



VEGANO RIFIUTA IL VACCINO ANTI COVID PERCHE’ TESTATO SUGLI ANIMALI: LA MALATTIA E IL DECESSO

Glynn Steel amava così tanto gli animali che aveva già programmato di lasciare il lavoro per prendersi cura di alcuni amici a quattro zampe in un rifugio, ma questo suo sogno nel cassetto purtroppo non si verificherà mai. Il 55enne inglese avrebbe ripetuto più volte, negli ultimi giorni, di ricevere il vaccino, ma ormai era troppo tardi, tenendo conto anche il siero entra in pieno circolo a due settimane dalla puntura.

Le esitazioni del signor Steel erano scattate quando aveva appreso la notizia che alcuni produttori del vaccino anti covid, a cominciare dalle multinazionali farmaceutiche Pfizer-BioNTech, Moderna e Johnson & Johnson, avevano testato i loro farmaci sugli animali. I suoi amici, le persone più care e la sua famiglia, lo hanno sempre implorato a vaccinarsi, a sottoporsi all’inoculazione che quasi sicuramente l’avrebbe salvato, ma lui ha rifiutato, andando avanti imperterrito per la sua strada, aggravandosi sempre di più. Ad un certo punto ha avuto bisogno del ricovero ospedaliero, quindi un repentino peggioramento delle sue condizioni fisiche con il ricovero in terapia intensiva e il decesso.