Il cambiamento climatico, secondo un recente studio pubblicato sulla rivista Science Advances, potrebbe essere stato sovrastimato, specialmente per quanto riguarda la sua effettiva rapidità. Lo studio è stato condotto dal Trinity College di Dublino, secondo la quale il quadro generale per il pianeta è “insolitamente ottimistico”, specialmente se confrontato con i risultati di altre ricerche simili.
In altre parole, il cambiamento climatico potrebbe essere complessivamente più lento di quanto attualmente ipotizzato, soprattutto in virtù di una sottostima nella quantità di Co2 che le piante sono in grado di assorbire. Le piante, infatti, a differenza di quanto si pensava, sarebbero in grado di adattarsi maggiormente ai cambiamenti del clima, aumentando la quantità di anidride che assorbono e, di conseguenza, la loro crescita. Così, il cambiamento climatico procederebbe più lentamente, ma non è chiaro se a lungo termine questo assorbimento aumenterà o diminuirà, anche per via di un ipotizzabile diminuzione della vegetazione naturale globale, dovuta proprio all’aumento delle temperature e del carbonio in atmosfera.
Lo studio sulle piante e il cambiamento climatico
Insomma, e questa è la conclusione dello studio sul cambiamento climatico, le sole piante non saranno sufficienti ad invertire l’aumento delle temperature, ma potrebbero mitigarne gli effetti per un tempo maggiore. Di conseguenze, rimane fondamentale per l’essere umano raggiungere gli obbiettivi di zero emissioni nette, anche perché si stima che le piante riescano ad assorbire complessivamente solo un quarto (e il 30% in più secondo il nuovo studio) delle emissioni umane.
La Co2 associata al cambiamento climatico, infatti, oltre ad essere il composto maggiormente presente nelle emissioni umane, tra città e industrie, è anche emessa dallo stesso suolo terreste e dagli animali, sia da allevamento che selvatici (maggiormente, tuttavia, nella prima delle due alternative). A livello prettamente numerico, comunque, secondo le stime del nuovo studio, le piante assorbiranno entro la fine del secolo fino al 68% in più di Co2 rispetto all’inizio del secolo, pari a circa il 20% in più di quanto ipotizzato dagli attuali modelli sul cambiamento climatico. Nello scenario peggiore, che prevede l’aumento incontrollato delle emissioni e della temperatura di 4,3 gradi entro il 2100, le piante riuscirebbero ad assorbire un quinto in più di anidride rispetto a quanto attualmente ipotizzato.