Walter Veltroni si pone una domanda molto importante in questa fase di ripartenza dopo la quarantena da Coronavirus: “Chi decide il ritorno alla normalità?“. In un intervento sul Corriere della Sera, infatti, Veltroni ricorda che la normalità della vita umana “non può essere considerata un’anomalia o un pericolo ma, semplicemente, il primo obiettivo da riconquistare“.



Usare le mascherine, non darsi la mano, non abbracciarsi, non poter condividere un luogo di lavoro, una classe scolastica o un evento culturale sono situazioni d’emergenza alle quali non ci si deve rassegnare e quindi Veltroni esorta chi di dovere chiedendosi appunto chi avrà “il coraggio civile e la responsabilità istituzionale di dire, quando si potrà, che lo stato d’emergenza è finito e che si può ritornare a una vita davvero normale?”.



Walter Veltroni ricorda anche gli errori della prima fase, quando ci è voluto “troppo tempo per percepire la penetrazione del virus tra noi” e poi per “decidere, giustamente, di determinare, attraverso il lockdown, quella barriera alla diffusione del contagio che ha, evidentemente, funzionato”. Adesso, con la curva dell’epidemia in netto calo, non si deve abbassare la guardia, ma si deve anche avere il coraggio di rialzare la testa per “lavorare, intraprendere, imparare e insegnare, relazionarsi con gli altri” appunto con normalità.

VELTRONI LANCIO UN APPELLO PER IL RITORNO ALLA NORMALITÀ

L’Italia e gli italiani hanno accettato tutto questo “con ben maggiore senso di responsabilità” rispetto a quello dimostrato dagli uomini politici, scrive Walter Veltroni, dunque ora è giunto il momento di chiedersi che cosa può comportare per i cittadini “una così radicale trasformazione del modo di vivere”. Questa infatti “non può essere la normalità”, pur tenendo presente ciò che molti virologi ed epidemiologi hanno evidenziato, cioè che il Coronavirus “segue percorsi difficilmente prevedibili e spiegabili”.



Cautela sì dunque, ma Veltroni si chiede “fino a quando“, con contagi sempre più bassi, “si potrà tenere il Paese in ginocchio, le persone terrorizzate di perdere il lavoro, i bambini a scuola separati dal plexiglas e tutti impossibilitati a vivere una vita normale?”. Ecco dunque che secondo Veltroni è necessario fissare “una scadenza, senza forzature irresponsabili ma con la chiarezza dell’obiettivo e, se possibile, in un clima civile come quello auspicato da Mattarella”.

Il momento potrebbe arrivare anche fra poco, a patto che “qualcuno abbia il coraggio di decidere”, perché “bisogna, da parte delle istituzioni, garantire ai cittadini l’onestà civile che muove le decisioni più difficili. Si deve assicurare che non si rinvierà per pavidità o furbizia politica”. L’obiettivo dunque deve essere restituire presto agli italiani “il diritto di vivere una vita normale”, anche perché “non si rimette in piedi un paziente morto”.