I filari dei vitigni si aprono anche ai visitatori. È la novità introdotta dal via libera alla “Vendemmia Turistica”, sancita dal protocollo d’intesa siglato tra l’Ispettorato nazionale del Lavoro e l’Associazione nazionale Città del Vino, nata nel 1987 con l’obiettivo di aiutare i circa 40 Comuni aderenti a sviluppare intorno al vino, ai prodotti locali ed enogastronomici, attività e progetti che permettano migliore qualità della vita, sviluppo sostenibile, più opportunità di lavoro.
Il documento, che punta a incentivare il turismo nei territori vocati alla produzione vinicola, intende rappresentare il vademecum per la messa a terra dell’attività, di cui descrive limiti e caratteristiche.
Per “Vendemmia Turistica” – precisa infatti l’intesa – si deve intendere “l’attività di raccolta dell’uva, non retribuita, di breve durata, episodica, circoscritta ad appositi spazi, avente carattere culturale e ricreativo, svolta da turisti e correlata preferibilmente al soggiorno in strutture ricettive del territorio e/o alla visita e degustazione delle cantine locali nell’ambito di un’offerta turistica di tipo integrato”. Il che significa che questa pratica non può in alcun modo “considerarsi rapporto di lavoro” e dunque non può prevedere nessun “alcun emolumento, né in denaro né in natura”.
L’intesa prevede inoltre che “lo svolgimento dell’attività debba avvenire sotto la supervisione continuativa dei referenti aziendali o tutor qualificati ovvero di personale aziendale dotato di adeguata e specifica formazione”, che sarà chiamato a “vigilare sul rispetto delle prescrizioni in materia di sicurezza e garantire il perseguimento delle finalità culturali e ricreative dell’evento” occupandosi di gruppi di turisti ristretti, non superiori, salvo eccezioni, agli 8 componenti.
Infine, l’accordo richiede alle aziende vitivinicole e/o enoturistiche di stipulare, prima dell’avvio dell’attività turistica, specifiche assicurazioni per la responsabilità civile nei confronti dei turisti e di comunicare alle autorità competenti le informazioni necessarie allo svolgimento dell’attività.
“Andare a regolarizzare la vendemmia turistica – ha dichiarato all’Ansa, Angela Radica, Presidente delle Città del Vino – significa dare un importante impulso all’enoturismo, che in Italia vale già un giro d’affari di 2,5 miliardi di euro e 14 milioni di presenze; è un’opportunità ulteriore per tutti i territori enologici. Grazie a questo accordo le cantine avranno tutta la tranquillità di far svolgere in sicurezza ai turisti una esperienza, senza incorrere in spiacevoli equivoci con le autorità preposte ai controlli sul lavoro”.
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