Con l’avvento della stagione estiva e degli spostamenti intercontinentali ed esotici, il rischio per chi si sposta è di incappare nella cosiddetta “vendetta di Montezuma“, meglio nota come la diarrea del viaggiatore. Un problema che va ben oltre il semplice disturbo intestinale, in quanto è in grado di rovinare completamente la vacanza. Ecco perché l’Aigo (Associazione nazionale gastroenterologi ed endoscopisti ospedalieri) ha elaborato un vademecum approfondito, che include i comportamenti preventivi da adottare e i rimedi utili ad arginare quanto prima tale condizione.



Come spiegato al “Corriere della Sera” da Paolo Usai Satta, dirigente di Gastroenterologia presso l’azienda ospedaliera “G. Brotzu” di Cagliari e segretario nazionale Aigo, “la diarrea del viaggiatore è una condizione associata a disturbi intestinali acuti che in genere si manifesta quando ci si reca in aree esotiche dove le condizioni igienico-sanitarie sono carenti e in cui è possibile ingerire acqua o alimenti contaminati da batteri fecali, parassiti o anche virus. In Europa è più raro avere problemi perché le acque pubbliche sono sottoposte a controlli microbiologici, sebbene talora possano esserci delle lacune. Non è altro che una gastroenterite infettiva che si caratterizza per l’improvvisa comparsa di dolori addominali, vomito e soprattutto diarrea. In genere si tratta di forme che non durano più di 2-3 giorni, sufficienti però a rovinare il soggiorno, soprattutto qualora si abbia a che fare con soggetti più fragili come bambini piccoli, anziani o persone immunodepresse”.



DIARREA DEL VIAGGIATORE, ECCO LA TEMUTA VENDETTA DI MONTEZUMA: LE TERAPIE

Tra i principali microrganismi che provocano la diarrea del viaggiatore ci sono batteri, protozoi e alcuni virus, tra cui rotavirus ed enterovirus e, ha aggiunto Brotzu, nel momento in cui compaiono i disturbi intestinali la prima cosa da fare è contrastare la disidratazione dell’organismo legata alla perdita di acqua con le feci ed eventualmente con il vomito quando presente. A questo scopo occorre aumentare l’apporto di acqua e magari ricorrere a soluzioni reidratanti orali, che contengono anche sali minerali. Se la diarrea è insidiosa è bene aggiungere un antibiotico intestinale, come la rifaximina, che ha la caratteristica di agire solo sull’intestino e non avere quindi un’azione generalizzata. La presenza di vomito può complicare le cose, rendendo più difficile la reidratazione soprattutto nei piccoli e negli anziani, nei quali potrebbe rendersi necessaria l’infusione di liquidi in vena. Per ripristinare la flora intestinale può inoltre giovare l’assunzione di probiotici.



Se la diarrea persiste anche dopo il rientro dal viaggio, però, meglio fare qualche accertamento, in quanto “talvolta possono manifestarsi infezioni o parassitosi persistenti tali da richiedere una terapia specifica. In questo casi il medico curante può prescrivere alcuni test diagnostici quali, per esempio, l’esame colturale e parassitologico delle feci”.