Il bilancio del vending – il settore delle macchinette che distribuiscono automaticamente alimenti e bevande – si presta a una doppia lettura. Lo attestano i dati rilevati da Ipsos per Confida, l’associazione italiana di settore. Da un lato, infatti, l’analisi mostra che grazie a una crescita dell’1,7%, nei primi nove mesi del 2023 il comparto ha totalizzato oltre 3 miliardi di consumazioni, registrando così un fatturato di 1,2 miliardi, frutto di un’accelerazione del +1,8%. Dall’altro lato, però, si deve anche annotare come questi risultati rappresentino il chiaro segnale di un rallentamento della ripresa messa a segno nello stesso periodo del 2022 quando le consumazioni erano cresciute dell’8%.
le preoccupazioni per il nuovo regolamento europeo sugli imballaggi (Ppwr).
Il testo votato dal Parlamento europeo il 22 novembre – spiega Pio Lunel, Presidente delle imprese di Gestione di Confida – ha apportato delle modifiche positive rispetto al testo originale della Commissione, soprattutto perché ha respinto la posizione ideologica che puntava solo sul “riuso”, riconoscendo a quei Paesi che, come l’Italia, hanno un efficace sistema di riciclo, di potere continuare a investire su questa strada. Resta però la preoccupazione del nostro settore per alcune criticità che renderebbero difficile, se non impossibile, applicare il nuovo Regolamento al settore della distribuzione automatica italiana.
Il risultato è che il 2023 promette di archiviarsi con un disavanzo superiore al 10% rispetto al 2019, ovvero al benchmark pre-pandemico. Una prospettiva non incoraggiante per un settore che vede l’Italia leader a livello europeo, genera un indotto occupazionale di oltre 33mila persone e include più di 3mila imprese. Numeri cui si devono peraltro aggiungere anche quelli delle imprese che intervengono lungo la filiera, tra le quali vanno ricordati i produttori alimentari e i fabbricanti di accessori e tecnologie. Un comparto, quest’ultimo, nel quale il nostro Paese eccelle – lo prova il fatto che ben il 70% delle macchine prodotte viene esportato -, ma nel quale non mancano neppure criticità. “La produzione italiana di distributori automatici – afferma Trapletti – rappresenta un Made in Italy e come tale va tutelato, soprattutto dalla concorrenza asiatica che spesso copia i modelli e arriva sul mercato europeo con macchine che talvolta non rispettano le normative italiane ed europee”.
E da qui l’appello: “L’Italia – dice Trapletti – deve farsi promotrice in Europa di maggiori controlli doganali: non vogliamo certamente penalizzare le merci provenienti dall’estero, ma esigiamo di ‘giocare tutti con le stesse regole'”. E non solo. “In Parlamento – aggiunge il presidente di Confida – si sta discutendo il Ddl Made in Italy nel quale riteniamo che la distribuzione automatica debba essere inclusa, come giustamente è stato ipotizzato per altri importanti settori”. E ancora: “Vi è l’urgenza di rifinanziare la transizione 4.0 che ha promosso l’innovazione anche nel nostro comparto”, conclude Trapletti.
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.
SOSTIENICI. DONA ORA CLICCANDO QUI