Le vendite al dettaglio degli italiani hanno registrato un calo durante lo scorso mese di luglio 2024, così come segnalato dai dati dell’Istat, precisamente dello 0,7 per cento per il food. La fotografia preoccupa visto che, nonostante l’inflazione stia continuando a scendere, le vendite al dettaglio dei nostri connazionali non esplodono, con Assoutenti che parla di un popolo “a dieta forzata” con il cibo e le bevande che continuano a comparire sempre meno sulle tavole. Anche il Codacons si è detto preoccupato, sottolineando come la spesa degli italiani continua a risentire del caro prezzi, mentre per l’UNC, l’unione nazionale dei consumatori, ci sono anche delle “ombre” sulle vendite al dettaglio nel nostro Paese.



Se si prende in considerazione il dato del 2023, emerge come le famiglie abbiano ridotto la spesa alimentare dello 0,7%, precisa ancora Assoutenti, tramite le parole del suo presidente Gabriele Melluso, con gli italiani che stanno quindi lentamente modificando le proprie abitudini e soprattutto, fatto ancora più preoccupante, stanno comprando prodotti di minore qualità, in favore quindi di cibo più scadente, con tutto ciò che significa anche a livello salutare.



VENDITE AL DETTAGLIO, DA INIZIO ANNO -1,4%

Il dato delle vendite al dettaglio è ancora peggiore se si prende in considerazione solo il 2024, con un calo dell’1,4 per cento da luglio a gennaio, con le famiglie, sottolinea Carlo Rienzi del Codacons, che stanno frequentando sempre di più i discount, che rispetto alla tendenza generale stanno segnando fino ad ora un più tre per cento.

Rispetto al 2023 una famiglia italiana spende in media per gli alimentari 40 euro in meno, mentre sono salite le spese non alimentari di ben 106 euro. In media, come precisa l’Unc, una famiglia composta da due genitori e due figli, spende 56 euro in meno di cibo e 147 euro in più per i beni alimentari. Per quanto riguarda i “luoghi” dell’acquisto, come detto sopra crescono i discount, mentre i grandi centri commerciali, gli iper e la grande distribuzione reggono, con un valore praticamente identico rispetto alla precedenza rilevazione.



VENDITE AL DETTAGLIO, IL COMMERCIO ONLINE CRESCE, MALE I PICCOLI ESERCIENTI

Sale invece il commercio elettronico, segnando un +4,1 per cento, ma anche questa non è una buonissima notizia soprattutto per i piccoli esercizi commerciali. Ci sono molti italiani che acquistano beni alimentari online sfruttando le varie catene di distribuzione dei negozi, ma ve ne sono molti che comprano anche sui siti online più diffusi che ovviamente sottraggono clienti ai canali tradizionali.

Per Confcommercio la situazione delle vendite al dettaglio resta molto “fragile”, con volumi che sono fermi al 2023 e con i piccoli negozi che hanno registrato un crollo, come accennato sopra, di ben il 16 per cento rispetto al 2018, quindi negli ultimi sei anni, mentre i volumi di vendita online sono più che raddoppiati nello stesso periodo. I prodotti più penalizzati da questa situazione restano abbigliamento, ma anche mobili e calzature, oltre ovviamente agli alimentari.