Nichi Vendola diffamato: l’ex governatore della Puglia ha vinto sei cause civili nei confronti di quattro giornali, accusati di aver «travalicato il diritto di cronaca» in alcuni articoli legati alla telefonata risalente al 2010 tra l’ex leader di Sel e Girolamo Archinà, ex responsabile delle comunicazioni istituzionali dell’Ilva. Come spiega Repubblica, nell’intercettazione Vendola rideva per l’atteggiamento tenuto da Archinà nei confronti di un giornalista, ma i quotidiani in questione avevano collegato quella risata alla situazione epidemiologica e all’alta diffusione di malattie connesse all’inquinamento.



Le frasi dei giornali risultarono dunque diffamatorie: condannati Il Fatto Quotidiano online e il direttore Peter Gomez (40 mila euro di risarcimento), Il Giornale online e il direttore Alessandro Sallusti (20 mila euro), Il Giornale d’Italia e il direttore Francesco Storace (20 mila euro), Libero e il direttore Maurizio Belpietro (20 mila euro). Altri 15 mila euro di risarcimento per Il Giornale cartaceo e il direttore Alessandro Sallusti, «chiamato a rispondere anche delle dichiarazioni rilasciate durante una puntata della trasmissione televisiva Matrix».

NICHI VENDOLA DIFFAMATO: CONDANNATI 4 GIORNALI

Arrivate subito le prime reazioni politiche dopo il verdetto dei giudici, a partire da Matteo Renzi: «Nichi Vendola ha vinto le cause civili per diffamazione contro alcune testate giornalistiche, dal Fatto a Il Giornale. Nessun risarcimento economico compensa il dolore della diffamazione ma è SACROSANTO chiedere i danni a chi diffonde FakeNews. Un abbraccio a Nichi ed alla sua famiglia».

Così, invece, Erasmo Palazzotto: «”Il tempo è galantuomo, rimette a posto tutte le cose”. Conosco Nichi Vendola da tanti anni e so quanta passione e quanto amore ha messo nel governare e, permettetemi di dire, nel far rinascere la sua terra. Nichi è il primo e forse l’unico politico italiano che ha provato ad affrontare seriamente una crisi complessa come quella dell’Ilva. Si è battuto per tutelare contemporaneamente gli interessi del lavoro, dell’ambiente e della salute dei cittadini».