Il ritorno di Nichi Vendola. Ieri il politico è stato eletto presidente di Sinistra Italiana e ai microfoni di Repubblica ha ripercorso i motivi che lo hanno spinto a tornare alla politica attiva. Non è prevista la sua candidatura alle elezioni europee, ha precisato, mentre il giudizio sulla sinistra di oggi è particolarmente tranchant: “Se l’estrema destra abita a Palazzo Chigi vuol dire che la sinistra è messa male, se metà degli elettori non vota vuol dire che anche la democrazia non sta tanto bene. Credo che la prima cosa necessaria da fare per risalire la china sia guardare in faccia la sconfitta, collocarla dentro questa fase drammatica della storia del mondo, lavorando a ritrovare il filo rosso di quella ‘connessione sentimentale’ col popolo che è stata logorata da lunghi anni di governismo e moderatismo”.



Il ritorno di Nichi Vendola

Soffermandosi sugli altri leader, Vendola ha definito Giuseppe Conte un progressista moderato oppure un populista di centro: “Che certo fa bene a rivendicare la bandiera, quella sì di sinistra, del reddito di cittadinanza”. Il neo presidente di Si ha poi definito una sciocchezza il paragone tra il Partito Democratico di Elly Schlein a Sel: “Sel provò a stringere col Pd un rapporto fondato sulla rottura con le politiche liberiste, ma quel Pd si portava addosso le controriforme del mercato del lavoro e si caricò sulle spalle il mito degli ottimati della tecnocrazia”. Vendola ha aggiunto sul punto: “Questo tempo è figlio di quelle scelte che facevano della sinistra il volto perbene delle élites. Ora si tratta di cambiare musica. Certamente il linguaggio di Elly è distante anni luce dal politicismo asfissiante e dal riformismo senz’anima che ha portato il Pd a perdersi e a perdere. Ma a lei tocca un compito difficile, la sua e la nostra strada è tutta in salita”.

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