Sono in molti che questa mattina hanno trattenuto il respiro quando si sono accorti che si tratta di venerdì 17 ma altri, invece, sono convinti che la data “sfortunata” potrebbe essere invece quella fortunata, perché? Se mettiamo da parte la tradizione greco-latina ma anche quella “religiosa” (isto che il famoso diluvio universale è iniziato proprio il giorno 17) e puntiamo su altro, scopriamo subito che per molti il numero 17 è più che positivo. La prima a puntare su questo numero è la calaba ebraica secondo cui è addirittura propizio perché nato dall’unione dalle tre lettere dell’alfabeto ebraico che compongono anche la parola bene. Ma questo può davvero bastare per mettere da parte l’eptacaidecafobia di cui si soffre, soprattutto in Italia, promuovendo il numero 17 a favore del numero 13, per alcuni molto ben più pericoloso del suo “rivale”. La diatriba continuerà oggi e sicuramente nei mesi e negli anni che verranno e tra scongiuri e un occhio attento ad incidenti e possibili scontri, l’importante sarà comunque arrivare a questa sera facendo meno danni possibili. Sarà solo allora che tireremo le somme di questo venerdì 17. (Hedda Hopper)
IL NUMERO 17 E’ DAVVERO JELLATO?
Venerdì 17 maggio 2019, oggi il ritorno della data considerata sfortunata. Ma perché è così? Derivante dall’eptacaidecafobia, ovvero la paura per il numero 17, il numero viene particolarmente considerato jellato se accostato al venerdì: sarebbe infatti l’unione di due elementi negativi come il Venerdì Santo, giorno della morte di Gesù, e il numero 17 appunto. Una superstizione che è soprattutto italiana, tant’è che negli altri Paesi non risultano episodi simili: nei paesi anglosassoni il suo alter ego è venerdì 13, mentre in altri paesi dalle radici latine e cattoliche, come Spagna e Grecia, il giorno sfortunato è martedì 13. Un tema che è stato spesso ripreso nella cultura di massa, basti pensare ai film Era di venerdì 17 di Mario Soldati e Shriek – Hai impegni per venerdì 17?
VENERDI’ 17, LE ORIGINI DELLA DATA SFORTUNATA
Un numero che mette i brividi per i superstiziosi, muniti di cornetti, e tutto deriva dall’antichità, da una tradizione latina, cattolica e greca. Il numero 17 veniva disprezzato dai seguaci di Pitagora perché era tra il 16 e il 18, numeri considerati perfetti perché rispecchiavano la rappresentazione di quadrilateri 4×4 e 3×6. Passando all’Antico Testamento, invece, la data di inizio del diluvio universale è il 17 del secondo mese. Ma non solo: nell’Impero Romano, nel corso della battaglia di Teutoburgo, furono distrutte dai germani di Erminio le legioni romane 17, 18 e 19 . Come evidenzia Sky Tg 24, nell’Antica Roma sulle tombe si usava scrivere “VIXI”: in latino “ho vissuto”, cioè “sono morto”. “VIXI” è l’anagramma di “XVII”, che è 17 in numeri romani. Una data considerata sfortunata, dunque, in uno dei Paesi più superstiziosi d’Europa: il servizio di sondaggi e analisi della Commissione europea dedicato a scienza e ricerca Eurobarometro classifica l’Italia al terzo posto, dietro Lettonia e Repubblica Ceca.