Gina Lollobrigida, nel cast di Venere imperiale, era una delle più belle e voluttuose star del cinema del suo tempo, ma era anche una superba attrice. Porta questa produzione sulle sue spalle e accompagna il pubblico attraverso gli alti e bassi, i momenti belli e quelli difficili di una donna che si è alzata ben al di sopra della sua posizione grazie al suo legame familiare e che non si è mai preoccupata di adeguare il suo comportamento alle regole e ai costumi di la classe in cui è stata spinta. Lollobrigida trasmette insoddisfazione per le restrizioni della vita in un palazzo, ma irradia anche la gioia dei suoi momenti di felicità, in particolare con de Canouville. Sviluppa veramente un senso di responsabilità solo di fronte a grandi avversità come quando suo marito, il generale Leclerc, è sotto assedio ad Haiti. Non mostra paura, ma è all’altezza della situazione, visitando soldati feriti e malati di febbre nell’ospedale dell’isola, sollevando il morale delle altre donne francesi tenendo lezioni di danza e cercando suo marito nel forte che sta difendendo nell’ora del bisogno.
Venere imperiale, il cast del film
Venere imperiale va in onda oggi, venerdì 2 luglio, su Rete 4 a partire dalle ore 15:30. Si tratta di un film del 1962 con la grandissima Gina Lollobrigida, diretto da Jean Delannoy. Venere imperiale è uno tra i tanti film che contribuiscono ad affermare indiscussamente la fama della giovane Gina Lollobrigida nel panorama cinematografico internazionale, e le permetterà poi di lavorare al fianco delle più importanti star di Hollywood: Rock Hudson, Sean Connery, Shelly Winters. È un bel film in Technicolor con location in tutta Europa e set ben allestiti, ma non ostentati, creati ai Cinecittà Studios di Roma. Le signore sono vestite con una serie impressionante di abiti attraenti che sembrano autentici e non eccessivamente vistosi. La struggente colonna sonora del celebre compositore italiano Angelo Francesco Lavagnino vela la pellicola con un’aura triste e romantica.
Venere imperiale, la trama del film
Ora leggiamo la trama di Venere imperiale. La giovane sorella (Gina Lollobrigida) del soldato in ascesa e statista Napoleone Bonaparte (Raymond Pellegrin) è una donna civettuola e caparbia che preoccupa molto il fratello. Quando lui le proibisce di sposare l’uomo che ama e organizza un matrimonio di convenienza con uno dei suoi generali (Massimo Girotti), lei continua a sfidare e scioccare sia lui che la società con il suo comportamento scandaloso e una serie di relazioni adultere. Diretto da Jean Delannoy, questa è un’epica romantica ambiziosa che ricorda il film del 1954 DESIREE con Marlon Brando nei panni di Napoleone. Lollobrigida è stata del tutto in grado di rendere la sua Paulette Bonaparte molto avvincente, non soprende quindi che abbia vinto il David Di Donatello per la migliore attrice per la sua interpretazione qui. La storia d’amore centrale con Stephen Boyd (nei panni del soldato) non ha alcuna passione tattile. A livello tecnico, il film è riuscito con gli splendidi costumi d’epoca (per gentile concessione di Giancarlo Bartolini Salimbeni), la direzione artistica e la colonna sonora di alto livello di Angelo Francesco Lavagnino.
La storia viaggia avanti e indietro attraverso l’Europa e attraverso l’Atlantico fino ai Caraibi, comprende un periodo di 15 anni, ma rimane focalizzata su Paulette e il suo andirivieni. Le ambientazioni e i costumi evocano un senso di abitazioni e vestiti vissuti piuttosto che creati di recente su un set cinematografico. Aiuta vedere i personaggi fare le cose di tutti i giorni, indulgere in piccoli piaceri e soffrire dolori e dolori che fanno le persone normali. Quando vediamo Napoleone, di solito è solo in relazione a sua sorella, quindi gli sconvolgimenti globali che istiga attraverso la sua fame di potere passano in secondo piano rispetto ai litigi con il fratello testardo. La ama sinceramente e si prende cura di lei, ma desidera anche controllarla. Ama suo fratello, ma vuole la felicità alle sue condizioni con chi vuole. È un rapporto profondamente sentito ma difficile per entrambi e conferisce al film un’intimità che pochi melodrammi storici di questo tipo riescono a raggiungere.