Venerus tra gli ospiti di oggi di Propaganda Live su La7. L’astro nascente della musica italiana, meno conosciuto di quanto meriterebbe. C’è un video, su YouTube, un concerto in piena solitudine, che si svolge su un molo nella splendida location di Alassio, una delle più belle località di mare della Liguria. E’ l’alba, c’è un pianoforte a cui è seduto un cantante solitario. E’ stato girato il 9 novembre del 2020 in piena pandemia. Lui è Andrea “Venerus”, l’artista più misterioso oggi in Italia, che dopo alcuni singoli in cui aveva cominciato a farsi conoscere è stato bloccato come tutti dal Covid. Il suo primo disco doveva uscire lo scorso maggio. Un concerto di circa 40 minuti, dove Venerus fa capire di essere davvero qualcosa di diverso dalla scena che ormai va per la maggiore, dal trap al rap, da gruppi pseudo rock che vincono a Sanremo.
Le atmosfere musicali qua sono rarefatte, intime, jazzate. Lui, a essere onesti, non ha proprio una bella voce, non perché sia stonata ma perché deformata da un fortissimo accento di cui non si capisce l’origine e da un modo alquanto fastidioso di trascinare le parole, come si usa oggi. D’altro canto non si sa esattamente da dove venga: sembra sia nato a Milano, poi ha vissuto diversi anni a Londra dove ha fatto esperienza, e si sente.
VENERUS, SPIRITUALE MA NON RELIGIOSO
Su disco la sua musica si arricchisce di moltissimi aspetti: “soul, rap, allusioni jazz, assolo di chitarra elettrica, suoni della natura, strutture classiche e altre sperimentali, con l’elettronica a tenere insieme una sorta di world music allucinata e futurista” come l’ha descritta la rivista Rolling Stone. E poi collaborazioni illustri: Frah Quintale; Rkomi per l’attitudine pop applicata al rap; Gemitaiz per l’hip hop; e i Calibro 35 per la parte funk-jazz. E’ musica rarefatta, “i Beatles e ‘Sgt. Pepper’ sono stati fondamentali per la mia crescita, l’LSD anche” dice lui. Magica musica nell’accezione di esoterismo? “Ho una filosofia di vita che dà valore a cose che nella società moderna sono, diciamo, secondarie, come le connessioni con natura e persone. Per me è un credo religioso, perché mi ritengo spirituale ma non religioso. E il corrispettivo del rituale della religione, nella mia vita, è stato assumere i funghi allucinogeni, che in realtà sono tutt’altro che allucinogeni e mi hanno ricollegato alla natura”.
VENERUS RICORDA ACHILLE LAURO MA…
Sempre secondo riviste autorevoli come la già citata Rolling Stone Venerus potrebbe essere “the next big thing” della musica italiana, d’altro canto il suo look che incarna moda barocca, trucco, piercing e quant’altro ricorda l’esibizionismo di un Achille Lauro, come va di moda oggi. L’ambizione non gli manca: “Magica musica (il suo disco finalmente uscito lo scorso febbraio, ndr) non è propriamente un rischio, è pieno di suoni che adoro da sempre dall’elettronica agli assolo di chitarra; ma nella struttura ampia è ambizioso, non mi sono risparmiato. Prendi quello che ti sto per dire con le dovute proporzioni: l’altra mattina mi sono risentito dei classici, tra cui The Dark Side of the Moon, e ho pensato a quanto i Pink Floyd volassero mentre lo registravano, a come si fossero elevati a livello mentale. Io a ciò ambisco”. Musica perfetta per rilassarsi, per un viaggio cosmico. Peccato per la voce. Qualcuno glielo dica che si potrebbe cantare meglio, visto che le doti non gli mancano.