La locomotiva-turismo procede ad alta velocità, e traina il mercato del lavoro anche in marzo e aprile, con l’occupazione dipendente in crescita a ritmi superiori rispetto al 2022 (come certificano ministero del Lavoro, Banca d’Italia e Anpal): nei due mesi sono stati creati oltre 100 mila posti di lavoro, dei quali circa 40 mila nel turismo. Il dato raddoppia se si considerano i primi quattro mesi dell’anno, una performance che equivale alla metà complessiva di quella registrata in tutto l’anno scorso. Complessivamente molto bene tutto il settore servizi (turismo in testa, come si diceva), in crescita più lenta l’industria e le costruzioni; nota positiva dalla percentuale di assunzioni a tempo indeterminato, circa il 70%, anche se proprio nel turismo invece si assiste a un forte ricorso al lavoro a termine, caratteristico di un comparto per il quale si annuncia un grande boom, con 130 milioni di turisti annunciati in arrivo e 450 milioni di presenze nell’hospitality nazionale.
Il settore dei servizi ha spinto le assunzioni nel mese di aprile anche in Veneto, la prima regione turistica d’Italia, con una crescita del 9% rispetto al 2022, che già aveva registrato volumi particolarmente elevati. E il traino, ancora una volta, è a carico di commercio e turismo (+16%). In Veneto la crescita occupazionale prosegue su livelli elevati: in aprile – informa l’agenzia regionale VenetoLavoro – il saldo tra assunzioni e cessazioni dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato, a tempo determinato e di apprendistato ha superato le 15.000 posizioni lavorative in più, per un bilancio complessivo che si attesta a +43.900 posti di lavoro dall’inizio dell’anno. Anche in virtù delle dinamiche stagionali che caratterizzano il periodo, in occasione delle festività pasquali e in vista della stagione estiva, a determinare tale risultato positivo contribuisce in particolare il lavoro a termine, che tra gennaio e aprile fa registrare 24.500 posizioni a tempo determinato in più (+11.400 nel solo mese di aprile) e un incremento delle assunzioni pari al 6% rispetto all’anno precedente.
L’aumento delle stabilizzazioni e la diminuzione delle cessazioni determinano un saldo positivo anche per i contratti a tempo indeterminato (+18.900), mentre l’apprendistato mostra un saldo di 500 posizioni lavorative in più, tutte concentrate nell’ultimo mese. I dati parziali sul lavoro somministrato (gennaio-marzo) evidenziano invece una netta flessione dei saldi per questa particolare tipologia contrattuale, che registra inoltre un calo delle assunzioni dell’11% rispetto al 2022.
La domanda di lavoro complessiva si attesta su livelli superiori rispetto ai quattro anni precedenti, sia per quanto riguarda il mese di aprile che l’intero primo quadrimestre del 2023. Nell’ultimo mese le assunzioni sono state complessivamente 59.700, con una crescita del 5% rispetto allo scorso anno, 220.400 dall’inizio dell’anno. Prosegue la crescita delle trasformazioni a tempo indeterminato (+14% nei primi quattro mesi dell’anno). Ad aumentare è in particolare la richiesta di lavoratori over 55 (+11% sul 2022) e di quelli stranieri (+11%). In crescita anche la quota delle assunzioni con contratto part time (+9%), che interessano sempre di più anche gli uomini.
Nei primi quattro mesi dell’anno, le cessazioni dei rapporti di lavoro sono state 176.500, di cui 44.600 nel mese di aprile. Crescono in particolare le cessazioni per fine termine (+8%), che costituiscono quasi la metà delle uscite complessive, mentre le dimissioni, che rappresentano stabilmente un terzo del totale, risultano in lieve riduzione dopo i numeri eccezionalmente alti registrati nel 2022. I nuovi posti di lavoro si concentrano soprattutto nelle province di Venezia (+18.700 posizioni lavorative, di cui 9.300 nel solo mese di aprile) e Verona (+15.400 posti nel 2023 e +6.400 nell’ultimo mese). Saldi più contenuti nelle altre province: +4.800 a Padova, +3.000 a Treviso, +2.800 a Vicenza e +2.300 a Rovigo nel quadrimestre. L’unica eccezione è rappresentata da Belluno che presenta un saldo negativo per 3.000 posti di lavoro in meno nel quadrimestre e -2.100 nel mese di aprile. La domanda di lavoro è positiva a Venezia (+18%) e Verona (+7%), a fronte di una lieve flessione nelle altre province (attorno al -3%).
Anche l’agricoltura conferma la sua ripresa, con il 3% in più dei reclutamenti, mentre l’industria paga il contro rimbalzo di alcuni settori, tra i quali l’industria conciaria (-25% dopo il +55% di un anno fa), la produzione di macchine elettriche (-21% contro il +57% del 2022), l’industria chimico-plastica (-19% a fronte di +35%) e il legno-mobilio (-17% oggi, +50% un anno fa). Le costruzioni mostrano una situazione di stabilità, mentre le utilities evidenziano una modesta crescita (+5%). Nel complesso, il settore secondario mostra una flessione del 5%.
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