E’ in forte crescita in Veneto la variante covid denominata Cerberus. A confermarlo sono i dati riguardanti le rivelazioni degli ultimi giorni pubblicati da Il Gazzettino e che evidenziano che al momento la sottovariante predominante sia la BA.5 presente al 90% dei casi rivelati. La BQ.1, appunto la Cerberus, è però raddoppiata nell’ultimo mese ed è stata responsabile del 58% dei nuovi casi, e risulta in crescita anche Centaurus, BA 2.75 (+6% per circa l’8% di infezioni).



La situazione sembrerebbe comunque sottocontrollo nonostante la crescita delle sottovarianti, ma c’è il grande dilemma Cina: «L’unica preoccupazione sul Covid che arriva dalla Cina è che non abbiamo informazioni: ci preoccupa il non sapere. Per il resto, le varianti che circolano in quel paese sono le stesse che abbiamo qui, quindi da questo punto di vista non siamo preoccupati», spiega il direttore dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe), Antonia Ricci. In ogni caso, anche se le nuove varianti e sottovarianti appaiono più restitenti «il vaccino ci difende dalle forme più gravi», aggiunge l’esperta. La cosa importante, in occasione di una riunione di inizio anno fatto dall’IZSVe in merito al lavoro svolto nel 2022, e che si continui a investire in sanità e nella lotta ai virus.



VENETO, VARIANTE COVID CERBERUS IN CRESCITA: “ALCUNI PAESI HANNO INVESTITO MOLTO…”

«Alcuni paesi, come Francia e Germania – ha detto il direttore dell’IZSVe – hanno investito molto in centri di contrasto alle pandemie integrando le competenze sanitarie, veterinarie e ambientali, ma invece in Italia ancora non ci siamo. La pandemia di Covid-19, l’influenza aviaria e la West Nile ci hanno insegnato che il contrasto alle malattie infettive è possibile solo con un approccio integrato One Health».

Ricci ha definito poi «Un atteggiamento miope delle nostre istituzioni», lo stanziamento dello 0.32% dei fondi del Pnnrr destinati al settore veterinario. Durante la riunione si è parlato anche dei virus Aviaria e West Nile: per la seconda infezione il Veneto è l’unica regione in cui la circolazione del virus non si è mai arrestata dal 2008 ad oggi.