Ci sono almeno 20mila turisti che nei giorni di Pasqua hanno dormito a Venezia, ma non si sa dove, perché non risultano. Eppure la ressa del ponte pasquale è sotto gli occhi di tutti. La vicenda è stata ricostruire dal Corriere della Sera. Sono stati conteggiati 101mila ospiti di hotel, alloggi turistici e ben & breakfast tra venerdì e sabato a fronte di 160mila presenze effettive e dei centomila delle due notti successive con 140mila e 130mila visitatori. Ma a Venezia tra centro storico, isole e terraferma non ci sono mica 101mila posti letto. Anzi, secondo i dati ufficiali ce ne sono 81.849 nell’intero territorio comunale, di cui 32.562 in hotel e 49.287 in ambito extra-alberghiero, come b&b, affittacamere e case vacanza. Nel centro storico, in particolare, ci sono 18.898 letti negli alberghi e 40.491 nel ricettivo modello Airbnb.



I conti non tornano, dunque, ma non è una questione di dati non precisi, perché ci sono le tracce dei telefoni che, nel rispetto delle norme sulla privacy, individuano questi 20mila turisti “fantasma” anche di notte. La questione, dunque, è che potrebbe esserci stato un boom del “nero”. Infatti, il consigliere comunale Marco Gasparinetti di Terra e Acqua, oltre a chiedere verifiche, avverte: «O davvero migliaia di persone hanno dormito all’addiaccio o esistono “x-mila” locazioni turistiche che eludono fisco e questura e andrebbero stanate».



LA SOLUZIONE CONTRO I TURISTI FANTASMA A VENEZIA

Il margine d’errore, per quanto riguarda le tracce dei telefoni, c’è. Ad esempio, ci sono soggetti senza cellulare, come i bambini. C’è chi lo tiene spento di notte e quindi sfugge al conteggio. Ma per gli altri non c’è scampo. «Dovremo fare verifiche sulla congruità dei dati», annuncia il comandante dei vigili Marco Agostini, come riportato dal Corriere. «Riprenderemo i controlli», avverte la Guardia di Finanza. L’auspicio è che l’obbligo di prenotazione possa in futuro far luce su queste ombre del turismo a Venezia. Prenotato la visita, infatti, ci sarà inevitabilmente maggiore trasparenza. Salvatore Pisani di Confindustria Turismo Venezia ritiene che, oltre a dare maggiore sicurezza a tutti, questa formula garantisca anche certezza di servizi adeguati. Per il presidente della Regione Veneto Luca Zaia «Venezia è sotto pressione e andrà prenotata» come si fa con musei, ristoranti e mezzi pubblici. Se Claudio Scarpa, direttore dell’Associazione veneziana albergatori, preferirebbe la realizzazione dei terminal, a nicchiare sono gli esercenti, secondo cui il numero chiuso non va messo ovunque, ma solo a San Marco e Rialto. Nel frattempo, resta il giallo dei 20mila turisti “fantasma” di Pasqua.

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