Il Festival di Venezia 2018 è stato uno dei migliori di sempre, ma anche Venezia 76 può dire la sua. Eccome se può dirla. Mancano poco più di tre settimane alla Mostra del Cinema e, in attesa di possibili aggiunte al già ricco programma, scopriamo quali sono i film più attesi e le possibili sorprese di questa edizione. Ventun opere in lizza per il Leone d’Oro – giuria presieduta da Lucrecia Martel – e 19 nella sezione Orizzonti, senza dimenticare i fuori concorso, Sconfini, i 18 Classici restaurati e i 10 documentari sul cinema. Una premessa è doverosa: è impossibile stabilire con esattezza i titoli che avranno successo, le pellicole più riuscite e le delusioni più cocenti senza aver visto i film e, in alcuni casi, nemmeno i trailer…



Come dicevamo, Venezia 75 è stata un’edizione straordinaria, forse difficilmente ripetibile: la stagione cinematografica è stata una delle più belle e interessanti degli ultimi dieci-quindici anni e un tale livello di qualità non è semplice da registrare con una certa regolarità. Ma al Festival di Venezia 2019 non mancheranno film e star, con il tappeto rosso del Lido che accoglierà registi e attrici-attori di spicco. E uno dei film più attesi da mesi è sicuramente Joker di Todd Phillips, con Joaquin Phoenix nei panni del personaggio fumettistico della DC Comics: la scelta rivoluzionaria, se così possiamo definirla, è che il prodotto Warner farà parte del concorso Venezia 76 e concorrerà per il Leone d’Oro. E’ la prima volta che la major statunitense accetta la competizione e il direttore artistico Alberto Barbera ha speso parole al miele per la pellicola, qualcosa vorrà pur dire… Un altro film da non perdere è Ad Astra di James Gray con Brad Pitt protagonista: il primo trailer ammalia, un fantascientifico destinato a fare la voce grossa al botteghino. The Laundromat di Steven Soderbergh e J’accuse di Roman Polanski rappresentano i due titoli di punta di quel filone che punta a ricostruire fatti più o meno recenti, in questo caso i Panama Papers e l’affare Dreyfus: da annotare sul taccuino.



Il concorso principale del Festival di Venezia – che vede la presenza di tre registi italiani, ma ne parleremo dopo – ospita anche il nuovo film di Ciro Guerra, Waiting for the Barbarians: Rylance, Depp e Pattinson per l’adattamento cinematografico del romanzo di J. M. Coetzee. Grande attesa. Se di La Veritè di Hirokazu Kore-eda ne abbiamo già parlato – sarà il film di apertura di Venezia 76 – segnaliamo altri tre titoli promettenti: il ritorno di Pablo Larrain con l’“incendiario” Ema, The Wasp Network di Olivier Assayas e, infine, il misterioso The Painted Bird di Vaclav Marhoul, regista ceco non molto conosciuto che ha lavorato sulla pellicola per dieci anni. 21 titoli e tutti i generi rappresentanti – anche l’animazione – anche se ha (di nuovo) accesso le polemiche la presenza di due sole registe (Al-Mansour e Murphy): discussioni abbastanza sterili – per non dire noiose – visti i numeri globali della presenza femminile alla Mostra e l’alto numero di film che affrontano la condizione del genere rosa.



Diversi i film che attirano l’attenzione in Orizzonti e fuori concorso. Oltre al film d’apertura Pelinkanblut, opera prima di Katrin Gebbe con protagonista Nina Hoss, segnaliamo tra le possibili sorprese per quanto riguarda la prima sezione: il thriller metafisico Borotmokmedi di Dmitry Mamuliya, Qjqiu del tibetano Pema Tseden, Metri Shesho Nim di Saeed Roustaee – affronta una tematica delicata come la diffusione della droga nella società iraniana – e infine Madre di Rodrigo Sorogoyen, regista spagnolo emergente. Due le serie televisive che verranno presentate a Venezia 76 e di cui sentiremo parlare a lungo: ZeroZeroZero (episodio 1 e 2) di Stefano Sollima, adattamento del libro di Roberto Saviano, e The New Pope (episodi 2 e 7) di Paolo Sorrentino. Oltre all’affermato Lonitzsa, sono due i doc-inchiesta da tenere d’occhio: Citizen K di Alex Gibney, sulla Russia di Putin e Nalvany, e Colectiv di Alexander Nanau, sullo scandalo sanità in Romania. E ancora: il film concerto Roger Waters Us + Them, la pellicola di guerra Mosul di Matthew Michael Carnahan e due film americani che vantano un cast di primissimo livello: The King di David Michod e Seberg di Benedict Andrews. Seppur non per tutti, impossibile non citare Irreversible di Gaspar Noè: film scandalo per violenza e scene hard del 2003 nonché raccontato al contrario, verrà proposto con un montaggio in senso cronologico. Hype.

Arriviamo infine ai film italiani: in concorso troviamo Martin Eden di Pietro Marcello, La mafia non è più quella di una volta di Franco Maresco e Il sindaco del Rione Sanità di Mario Martone. Tre pellicole diverse l’una dall’altra, di altrettanti registi dalla storia distante. Il più ambizioso è il lungometraggio del regista casertano, trasposizione del romanzo di London, mentre Martone porta sul grande schermo il testo di De Filippo già portato a teatro. Maresco è una delle sorprese del concorso Venezia 76 e, dopo aver presentato l’ottimo Belluscone in Orizzonti, presenterà il nuovo capitolo della sua ricerca antropologica in Sicilia, tra serio e faceto. E sì, c’è ancora Ciccio Mira. Fuori concorso troviamo due film destinati al grande pubblico (Vivere di Francesca Archibugi, Tutto il mio folle amore di Gabriele Salvatores), il documentario su Marghera di Andrea Segre – intitolato Il pianeta in mare – e il film di chiusura dell’italiano Giuseppe Capotondi, l’heist movie The Burnt Orange Heresy. Due italiani, infine, a Orizzonti: Nevia di Nunzia De Stefano, ambientato a Napoli con forti richiami autobiografici, e Sole di Carlo Sironi, «un esordio di assoluto rilievo conteso da diversi Festival» secondo Barbera. In Sconfini troviamo Effetto Domino di Alessandro Rossetto, che racconta gli effetti della crisi economica nel Nord Est economico. Ah, sì: c’è anche Chiara Ferragni – Unposted di Elisa Amoruso, documentario sull’influencer…