Napoli è ormai uno dei poli più importanti della produzione cinematografica e audiovisiva in Italia e anche uno dei centri più attivi per la promozione della cultura della settima arte. Si è appena conclusa, il 10 dicembre, la seconda edizione del Festival internazionale di cinema archeologico, curato dal MANN-Museo Archeologico Nazionale di Napoli, e si è conclusa martedì 15 dicembre la prima edizione di MAD-Movies Animation & Digital, festival dell’animazione e degli orizzonti digitali, ideato dall’esercente Luciano Stella, ormai anche produttore di importanti lungometraggi di animazione come L’arte della felicità e Gatta Cenerentola. Ma già dal 14 dicembre si è aperta la decima edizione di Venezia a Napoli – Il cinema esteso, edizione straordinaria in streaming, rassegna ideata nel 2011 dall’allora assessora alla cultura di Napoli Antonella Di Nocera ancora oggi curatrice della manifestazione.



Sulla scia di analoghe iniziative che si svolgono a Roma e a Milano (e in altre città), in genere subito dopo la Mostra internazionale d’arte cinematografica, una selezione dei film di Venezia viene proiettata a Napoli con la partecipazione di autori, interpreti e critici. Quest’anno la rassegna di Napoli, a causa della chiusura delle sale cinematografiche come misura anti Covid-19, è stata organizzata online. Si tratta, paradossalmente, di una grande opportunità per gli appassionati di cinema di tutta Italia. Le analoghe rassegne Da Venezia a Roma e Da Venezia a Milano, per esempio, si sono svolte a settembre in presenza e ne hanno, quindi, beneficiato solo i cinefili locali. Invece, adesso, anche un diciottenne residente a Lampedusa o una professoressa in pensione di Brunico potranno assistere alle proiezioni di tutto il programma della rassegna napoletana in streaming nella sala virtuale della piattaforma Mymovies, accreditandosi al costo di un biglietto di cinema, ulteriormente ridotto per gli studenti campani.



La rassegna prevede oltre a 20 film, scelti tra quelli delle selezioni ufficiali della Mostra di Venezia e delle sezioni parallele e autonome, La settimana della critica e Le giornate degli autori, anche due prestigiose ed esclusive masterclass e 30 incontri dal vivo e in diretta. I film saranno, in genere, disponibili dalle ore 12 del giorno della proiezione virtuale fino alle ore 20 del giorno successivo. Le masterclass e gli incontri saranno disponibili dal giorno dell’evento fino al 21 dicembre.

La rassegna si è aperta il 14 dicembre con un incontro con Frederick Wiseman e la proiezione del suo ultimo lungometraggio, City Hall, presentato fuori concorso alla Mostra. Wiseman, che il prossimo primo gennaio compie 91 anni, è considerato il più grande documentarista vivente. Avvocato e docente universitario, negli anni Sessanta ha iniziato a fare il documentarista dedicando la sua attenzione soprattutto alle istituzioni pubbliche americane (scuole, università, musei, biblioteche, parlamenti locali, esercito, polizia, ecc.) ma anche private e di altri Paesi (Grandi magazzini ma pure Les Folies Bergere o Le Danse). Il suo primo documentario Titicut follies (1967), che descrive realisticamente la vita quotidiana in un manicomio criminale americano, solo dopo innumerevoli ricorsi, anche alla Corte suprema, ha potuto essere proiettato in pubblico nel 1992.



Il suo metodo è quello di vivere anche per mesi all’interno dell’istituzione da raccontare, condividendo l’esperienza di chi ne fa parte, e di filmare fino a quando la sua presenza non viene più percepita e tutto si svolge in sua presenza ma come se non ci fosse. Per realizzare il documentario City Hall ha registrato oltre 100 ore di riprese che in un anno di montaggio ha trasformato in un film di oltre 4 ore. City Hall racconta ogni aspetto della municipalità di Boston, solo attraverso le immagini, le parole e le azioni dei soggetti filmati, senza nessuna voce fuori campo o un intervento o interviste del documentarista. Wiseman si può considerare un etnografo che filma e monta la realtà delle società complesse. Nonostante la lunghezza i suoi documentari non annoiano e, anzi, spesso appassionano.

Un altro incontro importante è quello con la musicista, perfomer e, come si definisce, narratrice di storie, Laurie Anderson.

Le due masterclass sono previste il 18 e il 19 dicembre alle 15, dal vivo e in diretta solo per 80 accreditati prenotati, e dalle 21 in poi per tutti gli altri accreditati. La prima è con Tsai Ming-liang, regista taiwanese considerato uno dei maestri del cinema mondiale. L’altra è con il giapponese Shin’ya Tsukamoto, regista visionario e radicale fin dal suo primo capolavoro cyberpunk Tetsuo.

Tra i film in programma si potrà vedere Listen di Ana Richa de Souda, che ha vinto il premio a Venezia come migliore opera prima, e che racconta, alla Ken Loach, il dramma di una coppia di immigrati portoghesi con tre figli che corrono il rischio di perderli per l’ottusa efficienza dei servizi sociali inglesi. Regina King, attrice alla sua prima regia, ci porta invece in One night in Miami ad assistere alla nottata, trascorsa in un albergo per neri da Malcom X assieme al cantante Sam Cooke, alla star del football americano Jim Brown e a Cassius Clay, che quella notte del 25 febbraio 1964 divenne campione del mondo dei pesi massimi.

Grazie alla regista turca Azra Deniz Okyay passiamo invece 24 ore a Istanbul, in Ghosts, a scoprire la “Nuova Turchia” assieme a tre donne, una madre disposta a spacciare per aiutare il figlio, una maestra attivista che lotta per la comunità LGBTQ, una giovane ballerina che sfida i benpensanti e un usuraio, sfruttatore di immigrati e fautore del nuovo corso. Con il film russo Kitoboy arriviamo fino in Siberia, sullo stretto di Bering, dove in un villaggio di cacciatori di balene non ci sono donne e all’adolescente Leshka l’unico conforto, grazie all’arrivo di internet, è assicurato da una video-chat erotica. Anche Selma, diciassette anni, a Parigi nel 1993, ha desideri potenti che le creano problemi in Cigar au miel. È attratta da un ragazzo ma scopre come le regole patriarcali della sua famiglia, borghese ma di origine berbera, influenzino la sua intimità e deve lottare per diventare una donna libera.

Anche gli adulti hanno problemi, secondo i due fratelli palestinesi Nasser, che in Gaza mon amour ci raccontano dell’amore del pescatore sessantenne Issa per la vedova Siham che fa la sarta al mercato. Lui trova nella rete una statua fallica di Apollo e questa scoperta, nella Striscia di Gaza, potrebbe cambiargli la vita, ma in peggio. In Residue il regista americano Merawi Gerima prova a raccontare, attraverso il protagonista Jay, l’esperienza di chi come lui, tornando nel suo quartiere o città di origine, scopre che tutto è cambiato e i suoi vecchi amici e conoscenti lo considerano un estraneo. Ma per fortuna c’è Greta, di cui il documentarista svedese Nathan Grossman, che la segue fin dal suo primo sciopero solitario davanti al Parlamento di Stoccolma, ci racconta tutta la storia in I am Greta.

A Venezia il regista Andrea Segre viene bloccato nella casa del padre dalla clausura per il Covid e filma una Venezia mai vista, svuotata e congelata, e i suoi abitanti. È Molecole, il documentario proiettato in pre-apertura alla Mostra di Venezia. Agalma, invece, è un documentario alla Wiseman, ma dura solo 54 minuti, che descrive il vortice di attività del Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Si finisce in bellezza con The Rossellinis, documentario diretto da Alessandro Rossellini, nipote di Roberto, che mette davanti alla macchina da presa tutti i suoi parenti mostrandone in modo buffo virtù ma anche vizi e peccati, senza nascondere i propri.

I 5 corti in programma sono tutti meritevoli di essere visti. Tra questi si segnala Being my Mom, diretto da Jasmine Trinca, nel quale una Alba Rohrwacher, più pazza del solito, vaga per una Roma estiva e deserta, trascinandosi appresso una valigia e una bambina.

Sono previsti incontri quotidiani alle 19, dal vivo e in diretta, con quasi tutti i registi dei film in programma. Si segnala, però, un evento speciale imperdibile in questo momento, l’incontro, mercoledì 16 dicembre alle 17, con Gianluca Guzzo. Rifondatore e amministratore delegato di Mymovies, in occasione dei vent’anni dell’omonimo sito, Guzzo racconterà la vera storia della piattaforma che sta cambiando la fruizione del cinema e dei festival in Italia da molto prima che cominciasse la pandemia del Covid.