Dalla giornata di venerdì la città di Venezia è minacciata dalle fitte piogge, che unitamente ai venti di scirocco, hanno fatto alzare il livello dell’acqua marina, con l’esito che la Basilica di San Marco è stata allagata. Una situazione piuttosto classica per i veneziani, che non hanno visto (nuovamente) l’attivazione del sistema Mose, che si attiva da protocollo solo nel caso in cui l’acqua superi i 120 centimetri.



Ma se a “sorvegliare” sulla città c’è il Mose (che in questo caso non ha “colpe”), per quanto riguarda la Basilica di San Marco sono state istallate delle barriere protettive. Queste ultime, costate 5,2 milioni di euro ed istallate 14 mesi fa, diventano fondamentali per preservare le opere d’arte, tra cui i mosaici, dalle infiltrazioni dell’acqua salata, nel caso in cui questa superasse gli 88 centimetri, raggiunti già attorno alle 2 di notte di sabato, con un picco di 97 centimetri attorno alle 5:30. Tuttavia, le barriere che dovrebbero proteggere la Basilica di San Marco a Venezia dall’acqua alta presentano un problema, dovuto a dei varchi che le intervallano per permettere l’accesso ai turisti. Buchi che di fatto le rendono del tutto inutili, pur essendo fondamentali, e che possono essere coperti manualmente all’occorrenza con delle paratie metalliche, conservate nei pressi della barriera vera e propria.



La controversia sulla gestione della barriera della Basilica di San Marco

Ma dunque, se la Basilica di San Marco a Venezia ha una protezione per l’acqua alta, come ha fatto a finire allagata? Semplice. Nessuno ha posizionato le paratie metalliche, lasciando l’acqua salata libera di invadere la navata della chiesa. Una sorpresa certamente amara per la Procuratoria di San Marco e che ha evidenziato come da oltre un anno non vi sia un reale protocollo di gestione delle barriere tra di loro, il Provveditorato alle opere pubbliche e il Comune.

Fino ad oggi, la chiusura degli accessi alla Basilica di San Marco a Venezia in caso di acqua alta era stata fatta, per gentile concessione e a titolo assolutamente gratuito, dagli operai di Renzo Rossi impegnati nei vicini cantieri di impermeabilizzazione della piazza. Operai che, ovviamente, in questi giorni sono a riposo per le vacanze di Natale, lasciando la Basilica completamente scoperta. La Procuratoria, dal conto suo, ci ha tenuto a precisare che le barriere per l’acqua alta davanti alla Basilica di San Marco sono “un’opera pubblica su suolo pubblico”, ragione per cui spetta al comune di Venezia trovare una soluzione. Quest’ultimo, invece, in una recente bozza di accordo (mai discussa) aveva ipotizzato che la gestione spettasse alla Procuratoria, la quale chiese anche risorse e personale per assolvere al compito.



Il video della Basilica di San Marco allagata