«Deliberato in Cdm lo stato di emergenza per Venezia. Stanziati 20 mln, i primi fondi per gli interventi più urgenti, a sostegno della città e della popolazione. Al lavoro per il piano per gli indennizzi a privati e commercianti e per rifinanziare la legge speciale per Venezia»: così il Premier Giuseppe Conte poco fa su Twitter dà per primo la notizia sul via libera del Consiglio dei Ministri allo Stato d’Emergenza dichiarato per la Laguna di Venezia dopo i danni provocati dall’ondata di maltempo e acqua alta, con la consapevolezza che l’allerta meteo rossa per tutto il Veneto diramata oggi pomeriggio per la giornata di domani rischia di provocare ulteriori danni alla Serenissima. Per venerdì è stata disposta la chiusura delle scuole nel centro storico e e sulle isole proprio a conseguenza diretta delle previsioni meteo avverse che porteranno, secondo le stime, l’acqua alta a Venezia non oltre i 140 centimetri (erano stati 187 nel momento di picco massimo due notti fa). Nel frattempo la Giunta comunale di Venezia, in via straordinaria si è riunita su indicazione del sindaco Luigi Brugnaro e ha predisposto con l’assessore al Bilancio e Tributi Michele Zuin il posticipo dell’imminente scadenza della quarta rata della Tari, prevista per il 16 novembre, per tutti i cittadini e le imprese dell’intero Comune. La nuova scadenza è stata già fissata per il 16 dicembre prossimo. (agg. di Niccolò Magnani)



“MOSE VENEZIA NEL 2021”, IRA ARRIGO CIPRIANI (HARRY’S BAR)

In programma il prossimo 26 novembre 2019 il Comitatone per i problemi strutturali causati dall’acqua alta a Venezia: l’annuncio arriva dal premier Conte, una governante per gestire grandi navi, Mose e il coordinamento tra le autorità competenti. Il Pd nelle scorse ore ha annunciato una legge speciale per il capoluogo veneto: 2 miliardi di euro per l’Agenzia per la gestione del Mose, il Centro internazionale sui cambiamenti climatici, le misure per ripopolamento della città, l’istituzione della Zona Economica Speciale e la bonifica delle aree di Porto Marghera. A proposito del Mose, il Consorzio Venezia Nuova ha reso noto che – alle condizioni attuali – non è tecnicamente possibile il sollevamento del sistema. Ma, come dicevamo, non mancano le polemiche: «Il Mose, opera folle e la più grande ruberia degli ultimi 50 anni in Italia, non è stato messo in funzione per colpa loro, per colpa dei governi precedenti e di quello attuale. Governo? Tante parole e niente fatti. Questo governo Conte, come i governi precedenti, non ha fatto nulla, proprio nulla per Venezia», le parole di Arrigo Cipriani riportate da Repubblica.



ACQUA ALTA VENEZIA, DI MAIO VS MOSE. BERLUSCONI…

Acqua alta Venezia, annunciati i primi risarcimenti ma non solo: in programma nelle prossime ore un Consiglio dei ministri per decretare lo stato di emergenza. Danni ingenti per la Libreria Acqua Alta e per gli hotel del centro storico, mentre i lavori per il Mose proseguiranno con obiettivo di termine 2021. Contro l’opera si è scagliato il leader M5s Luigi Di Maio: «Promuovi opere pubbliche come il Mose, nate già vecchie e infarcite di tangenti e corruzione? Questo è l’effetto. Un’opera fermata dalla magistratura per indagini su indagini e che ora, benché non sia la migliore soluzione possibile, va terminata al più presto per proteggere Venezia subito. Se Venezia non ha, nel 2019, nemmeno un minimo di protezione, la responsabilità è di quella classe politica che si è permessa di lucrare e speculare. Questa è la verità e la dobbiamo dire». Queste, invece, le parole di Silvio Berlusconi: «Il Governo deve assicurare ai cittadini di Venezia che porterà immediatamente a termine di tutti i lavori del Mose. Deve essere messo in funzione quando la marea si innalza e provoca i danni di cui oggi vediamo tracce molto evidenti». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



ACQUA ALTA VENEZIA, CONTE: “PRIMI RISARCIMENTI”

Nel punto stampa tenuto questa mattina dal Premier Conte dopo il vertice con Brugnaro, Zaia e De Micheli sullo stato d’emergenza a Venezia, il Presidente del Consiglio ha annunciato le prime novità sui risarcimenti che privati e lavoratori potranno richiedere dopo l’ondata di maltempo e acqua alta che si è abbattuta sulla Laguna in questi giorni. «Il risarcimento avverrà in due fasi», ha anticipato il Premier nel merito delle decisioni del CdM di oggi pomeriggio: «La prima ci consentirà di indennizzare i privati e gli esercenti commerciali sino ad un limite per i primi di 5mila euro e per i secondi di 20mila euro». I soldi, assicura Conte, arriveranno subito e dovranno essere utilizzato per ristorare tutti i danni immediati; poi però «per chi ha danni più consistenti – ha aggiunto il Premier – ovviamente li quantificheremo con più calma e dietro istruttoria tecnica potranno essere liquidati». Per quanto riguarda invece il nodo Mose-Venezia, la Ministra del Mit Paola De Micheli ha assicurato «Ci sono stati forti rallentamenti sul progetto che però è compiuto al 93%: l’obiettivo è di finirlo entro il 2021, ma spero ci siano utilizzi parziali anche prima». Mancano ancora gli ultimi 400 milioni di euro e la Ministra conferma «Sono stati appostati dal governo, non sono fermi per motivi burocratici. Non c’è niente di fermo, i lavori vanno avanti». (agg. di Niccolò Magnani)

CONTE, “IMPEGNO A 360°, SITUAZIONE DRAMMATICA”

Il presidente del consiglio, Giuseppe Conte, è rimasto a Venezia stanotte dopo la visita di ieri a seguito dell’acqua alta record e dei danni ingenti provocati dal maltempo. “Per Venezia – le parole del premier all’uscita dall’albergo dove alloggiava, riportate da TgCom24.it – c’è un impegno a 360 gradi, c’è una situazione drammatica in una città unica, ci dobbiamo essere”. Sulle polemiche riguardanti il Mose, invece, aggiunge: “E’ un’opera su cui ormai sono stati spesi tantissimi soldi ed è in dirittura finale, ora va completata e poi manutenuta”. Intanto non si placa l’emergenza in Laguna, e stando alle previsioni degli esperti, stamane dovrebbero verificarsi due nuovi picchi di marea superiori ai 100 centimetri: la prima attorno alle 10:50 di 1.20 metri, mentre la seconda alle 11:20 di 1.40 metri. Situazione preoccupante anche per domani, dove si attende un picco comunque non superiore ai 110 centimetri. Intanto, come già anticipato nel focus precedente, nella giornata di oggi si terrà un consiglio dei ministri tecnico alla presenza anche del governatore della regione Veneto, Luca Zaia. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

VENEZIA, ACQUA ALTA RECORD: DANNI INCALCOLABILI

Venezia è stata messa a dura prova nelle ultime 48 ore dall’acqua alta record. Il livello ha raggiunto quota 187 centimetri nel suo massimo, il secondo punto più alto mai toccato in quel della Laguna, ma anche per tutta la giornata di ieri è rimasta ben al di là dei cento centimetri sotto il livello del mare. I danni sono inimmaginabili, incalcolabili, tenendo conto che anche la Basilica di San Marco è stata invasa dall’acqua, e di conseguenza si è riaperto il dibattito sul Mose. Intanto per la giornata di oggi, giovedì 14 novembre, è stato convocato un consiglio dei ministri tecnico, durante il quale si prenderà in considerazione la richiesta di stato di emergenza da parte del presidente della regione Veneto, Luca Zaia, come fatto sapere ieri dal presidente del consiglio Giuseppe Conte, in visita proprio a Venezia per tastare con mano la situazione emergenziale.

VENEZIA, ACQUA ALTA DA RECORD: OVUNQUE I SEGNI DI DISTRUZIONE

Nel frattempo la situazione meteorologica continua a farsi preoccupante, visto che, stando agli esperti meteo, non è da escludere che Venezia rimanga in balia della acqua alta (attorno ai 150 centimetri) almeno fino alla giornata di domani, venerdì, con tutto ciò che ne consegue. Si sprecano le attività commerciali e le abitazioni allagate, quasi come fossero delle piscine, e nel contempo, sono state numerose le barche che il vento ha spinto dentro le calli, ma anche i pontili distrutti, e i vaporetti affondati, tutti segni di una distruzione che Zaia ha definito “apocalittica”. Oltre alla pioggia incessante, in queste ore si è abbattuta su Venezia anche un’eccezionale tromba d’aria, che ha spazzato via tutto ciò che trovava sul suo cammino, un vortice di vento a circa 100 chilometri orari, che ha fatto una “strage di gondole”, come ricorda TgCom24.it, molte delle quali sono state scagliate sui pontili, e altre sono finite al largo dopo la rottura degli ormeggi.