A Venezia la Guardia di Finanza ha recentemente disposto la chiusura di una storica gelateria posizionata alla Fondamenta Zattere al Ponte lungo, ovvero Gelati Nico. Il provvedimento, ha spiegato il titolare Maurizio Mutti al Giornale, è scattato dopo un lungo periodo di indagine da parte delle fiamme gialle che le ha portate ad appurare che c’erano gli estremi per punire l’evasione fiscale. Fin qui verrebbe da dire che, da un lato, le fiamme di Venezia hanno fatto solamente il loro lavoro, punendo chi cerca di fregare il fisco, mentre dall’altro il proprietario e i suoi dipendenti dovrebbero sicuramente porre più attenzione alla regolamentazione fiscale. Ma l’assurdo scatta se aggiungiamo un dato, ovvero quello degli scontrini non emessi nei cinque anni di indagine dei finanzieri: ben quattro, meno di uno all’anno.
L’assurda storia della gelateria di Venezia, chiusa per 4 scontrini mancati
Insomma, rimane vero che le fiamme gialle di Venezia altro non hanno fatto che il loro lavoro, ma c’è da chiedersi in che misura possa essere considerata evasione fiscale quella che riguarda appena quattro scontrini. Comunque sia, la gelateria da Nico è stata chiusa, per quattro giorni tra il 7 e il 9 settembre, con conseguente ovvia perdita degli incassi, in un periodo in cui vi è ancora un buon flusso turistico, specialmente nella città delle gondole, ed ora rischia, in caso mancasse nuovamente uno scontrino, la chiusura per due settimane, che potrebbe essere ulteriormente estesa.
A raccontare l’assurda vicenda della gelateria di Venezia è stato il proprietario, Mutti, che al Gazzettino ha spiegato che era finito nella lente delle fiamme gialle nel 2018, dopo alcune segnalazioni inviate dai clienti. Così, sono scattati i controlli, condotti in larga parte da agenti in borghese, che si sono mischiati alla folla in coda per un buon gelato nel corso degli ultimi 5 anni. Indagini lunghe ed, evidentemente, complesse, che nel 2023 hanno permesso di definire un impianto accusatorio, costituito su ben 4 scontrini mancati. “Questa cosa ci ha colpiti veramente”, ha commentato il proprietario della gelateria di Venezia, “non ci riteniamo evasori, abbiamo 12, 13 dipendenti” e spiega che “di solito fanno questi controlli quando c’è tanta coda e, quindi, confusione”. Un errore, insomma, commesso sicuramente non intenzionalmente, ma che comunque ha comportato delle perdite notevoli.