A partire dal prossimo 16 gennaio 2023 tutti i residenti di Venezia dovranno dichiarare le visite di amici e parenti che andranno a trovarli per una cena, una vacanza o una festa. E’ questa la proposta di delibera licenziata dalla presidente Barbara Casarin e che andrà in consiglio comunale nella prima seduta utile, come si legge sull’edizione online del Corriere della Sera.
Una proposta che ovviamente ha creato non poche polemiche in consiglio comunale: «Inammissibile, nessun altro nel pianeta è obbligato a fare una cosa del genere — le parole di Giovanni Andrea Martini, come riferisce il Corriere della Sera – una vera e propria discriminazione», mentre Marco Gasparinetti di Terra e Acqua aggiunge: «In verità questo sistema è in vigore in alcuni paesi: la Russia di Putin, la Corea del Nord, forse la Cina. La differenza è che se qui non vuoi far sapere chi viene da te, paghi il contributo d’accesso: una tassa sulla privacy, praticamente. È necessario il parere del Garante su questo regolamento che prevede la schedatura di massa».
VENEZIA E IL TICKET DI INGRESSO, NARDIN: “SE AVETE ALTRE SOLUZIONI…”
Controbatte il dirigente Nicola Nardin: «Non poter esentare gli amici era un problema sollevato nella versione 2019 del regolamento e ora trova questa soluzione: se ce ne sono di migliori, sono bene accette. Non c’è una questione privacy perché il contributo è un’imposta e come qualsiasi altra tassa il Comune maneggia dati personali ogni giorno per esenzioni e agevolazioni». A lui fa eco l’assessore al Bilancio Michele Zuin, che rassicura: «I dati sono sicuri perché non saranno indicati nel pass che va in mano ai controllori, siamo attrezzati».
Resta poi da capire se si deciderà di stabilire un numero massimo di persone da ammettere in città a 3 euro: «L’impianto tecnologico c’è già e funziona — garantisce il direttore di Venis Marco Bettini — Stiamo definendo l’operabilità con i sistemi degli alberghi e dei portali online. Siamo fiduciosi che funzionerà».