«La detenzione arbitraria del deputato Edgar Zambrano da parte delle oppressive forze di sicurezza di Maduro in Venezuela è illegale e imperdonabile. Maduro e i suoi complici sono direttamente responsabili della sicurezza di Zambrano», si legge sul Twitter dell’ambasciata “virtuale” degli Stati Uniti d’America in Venezuela dopo l’arresto del n.2 di Juan Guaidó. «Se non sarà rilasciato immediatamente, ci saranno conseguenze», rilanciano gli americani per nulla inclini a lasciare indenne la scelta di Maduro di incriminare in modo «arbitrario e irregolare» il vicepresidente dell’Assemblea nazionale del Venezuela, Edgar Zambrano. Intanto dalla Russia – dando sempre più l’impressione di una guerra fredda generale che “ingloba” il problema di Caracas – il Ministro degli Esteri Lavrov fa sapere che non ci saranno accordi tra Mosca e gli Stati Uniti in merito al caso venezuelano. «Gli accordi vengono preparati da Trump, di solito», sottolinea con una punta di ironia il diplomatico russo in merito allo scontro continuo da “cortina di ferro”: la settimana prossima comunque Mike Pompeo e Lavrov si incontreranno a Sochi dove tra i vari dossier, sarà proprio il Venezuela il punto di massima emergenza da discutere tra i due omologhi rappresentanti delle diplomazia russo-americane. (agg. di Niccolò Magnani)
CAOS IN VENEZUELA: LA MOSSA DI MADURO
Prosegue il caos politico in Venezuela. Nelle scorse ore è stato arrestato il braccio destro di Guaidò, il leader dell’opposizione nonché l’autoproclamatosi presidente ormai mesi fa. In manette è finito Edgar Zambrano, come annunciato dallo stesso presidente ad interim attraverso la propria pagina Twitter: «Allertiamo il popolo del Venezuela e la comunità internazionale – si legge sul social del numero uno dell’assemblea nazionale venezuelana – che il regime ha sequestrato il primo vicepresidente dell’Assemblea nazionale, Edgar Zambrano. Nicolás Maduro – ha aggiunto Guaidò – Stanno cercando di abbattere il potere che rappresenta tutti i venezuelani, ma non ci riusciranno». Edgar Zambrano è una figura di spicco nella politica venezuelana, essendo il vicepresidente dell’Assemblea, e al momento dell’arresto si trovava a bordo della sua auto quando è stato bloccato e circondato dagli uomini del servizio segreto nazionale, il Sebin. Un blitz avvenuto, come riferisce l’edizione online di Repubblica, presso la sede del partito che si oppone al regime di Maduro, l’Azione Democratica.
VENEZUELA, ARRESTATO ZAMBRANO, NUMERO 2 DI GUAIDÒ
Zambrano non ha assecondato le richieste dei servizi segreti, barricandosi in auto e rifiutandosi di scendere dal proprio mezzo, e a quel punto gli stessi agenti hanno portato sul luogo dell’arresto una gru con cui hanno trasportato l’automobile del politico presso il quartier generale del Sebin, la cosiddetta Spirale. Di concerto la Corte Suprema venezuelana ha annunciato il rinvio a giudizio per altri 3 parlamentari dell’opposizione, colpevoli di aver assecondato la rivolta di Guaidò dello scorso 30 aprile sempre contro il regime di Maduro. Si tratta precisamente di Freddy Superlano, Sergio Vergara e Juan Andres Mejia, accusati di alto tradimento e cospirazione. Dall’inizio del caos politico sono quindi 10 gli uomini del presidente ad interim finiti in manette e incriminati per essersi opposto al dittatore, e la sensazione è che siamo solo all’inizio. A Zambrano è stata immediatamente tolta l’immunità così come ai 3 parlamentari rinviati a giudizio.