In Venezuela continua la feroce lotta del presidente Nicolas Maduro contro qualsiasi potenziale oppositore politico. Una battaglia iniziata già da diversi mesi, soprattutto da quando il presidente si è reso conto che l’appoggio politico della nazione nei suoi confronti stava calando ai minimi storici e, temendo di essere soverchiato nelle prossime elezioni, ha avviato un lungo piano in più fasi per ingraziarsi, con violenza e inganno, la popolazione.



L’ultima fase della battaglia di Maduro contro l’opposizione politica in Venezuela è andata in scena lo scorso 25 gennaio. In quell’occasione 33 membri dell’esercito sono stati giudicati e condannati, con l’accusa di cospirazione “criminale e terroristica” ai danni delle “autorità costituzionali”. In altre parole, sono stati accusati di aver cercato di assassinare il presidente. Occasione, questa, per Maduro per puntare anche il dito contro l’opposizione, ritenendo che l’accordo per le future elezioni presidenziali del Venezuela è stato “ferito a morte“. Altre decine di civili sarebbero, inoltre, stati arrestati negli ultimi giorni, ma sul loro conto non sono stati rilasciati maggiori dettagli.



Venezuela: il disperato tentativo di Maduro per rimanere al potere

Il Venezuela, insomma, è sempre più vittima del regime di Maduro, instaurato proprio con il fine di prolungare il più possibile la sua permanenza al potere. Negli ultimi anni, infatti, la popolazione è sempre più in preda ad una grave crisi sociale e politica, che ha spinto già 7 milioni di venezuelani all’esilio, mentre gli impianti di produzione del petrolio sono praticamente tutti spenti, diminuendo sia il Pil che le scorte di petrolio e gas.

Il salvataggio per Venezuela è stato, tuttavia, promosso dagli USA che hanno proposto una revoca (attualmente parziale) delle sanzioni contro il governo di Maduro, purché nel 2024 si tengano delle “elezioni presidenziali libere”. Il presidente, ovviamente, ha accettato, ma non sembra intenzionato a gareggiare in modo leale e, di conseguenza, attacca ferocemente gli oppositori politici o chiunque manifesti dissenso. Inoltre, Maduro poco tempo fa aveva provato anche a gettare il Venezuela in una condizione chiamata “minaccia di guerra” e che avrebbe giustificato l’impossibilità di tenere elezioni libere. Infatti, dopo il referendum per l’annessione della Guyana aveva disposto l’esercito sui confini, salvo poi fare un passo indietro quando il Regno Unito ha dispiegato una sua nave militare con l’obiettivo di “difendere gli attuali confini”.