FOCUS SU VENEZUELA ITALIA, LE SCELTE DI SPALLETTI

Luciano Spalletti aveva avvertito: Venezuela Italia sarà un test a partire dal modulo e dagli interpreti. Ed ecco che l’ex tecnico del Napoli propone un 3-4-2-1 fluido. Tra i pali Donnarumma, perché tra tanti portieri papabili per il ruolo di secondo e terzo, sul titolare non ci sono dubbi ed è giusto che sia così. In difesa stupisce in primis la presenza di Di Lorenzo da braccetto piuttosto che un terzo di ruolo mentre al centro Buongiorno e a completare il reparto Scalvini, due giocatori sicuramente più affini alla difesa a tre.



Come esterni di centrocampo da una parte Cambiaso e dall’altra l’unico giocatore che non gioca in Serie A tra gli undici titolari ovvero Udogie, niente Dimarco. Al centro ci si aspettava Jorghino e Barella e invece Spalletti stupisce con Locatelli e Bonaventura. Nel ruolo di punta tocca a Retegui, come già ampiamente annunciato, alle sue spalle gli inserimenti Frattesi e gli spunti di Chiesa. Una formazione molto sperimentale, ma d’altronde in queste 4 amichevoli tra marzo e giugno è giusto che sia così.



LE CERTEZZE SONO AGLI ESTREMI

La gara tra Venezuela Italia ha dato due certezze agli estremi della formazione: il portiere e l’attaccante. Donnarumma ha parato dopo pochi minuti il calcio di rigore di Rondon che rischia di mettere in salita la serata in Florida, per poi rivedersi protagonista di un intervento sulla conclusione di Cadiz nella ripresa. Al netto di tutte le critiche fatte in questi anni e delle ascese di Vicario e Di Gregorio, giusto per citarne due, Donnarumma è e rimane il portiere della Nazionale titolare, non solo per una questione di riconoscenza per lo scorso Europeo come molti insinuano, ma perché effettivamente merita la casacca del dopo Buffon.



L’altro giocatore nettamente promosso in Venezuela Italia è Mateo Retegui. I movimenti sono quelli giusti, la fame è quella di chi vuole quella maglia numero nove a suon di gol. E ieri ne sono arrivati ben due: il primo nato da uno stop di sinistro e una girata di destro ad incrociare, il secondo praticamente una fotocopia ma da posizione più centrale. Avevamo sottolineato ieri la difficoltà nel trovare una punta, con nessun italiano in doppia cifra nei top cinque campionati, ma a quanto pare il bomber non va cercato nei numeri della Serie A ma nelle prestazione. E questo Retegui, sperando di venir smentiti col tempo, sembra essere l’unico che in Nazionale garantisce questo rendimento. Con questa doppietta sale a 4 gol dopo quelli con l’Inghilterra e Malta in 5 partite.

POCA ATTENZIONE IN DIFESA

Venezuela Italia non è stata tutta rosa e fiori. Va bene la vittoria, ottime le parate di Donnarumma e i gol di Retegui, ma c’è dell’altro che sicuramente non ha lasciato estasiasti i tifosi della Nazionale. Lo si può già vedere dopo pochi minuti con il rigore causato da Buongiorno su Rondon, anche se il fallo commesso dal difensore del Torino è l’ultimo dei problemi. Tutto nasce da una dormita di Udogie che non va verso il passaggio di Scalvini e si fa sfilare palla. Da lì nasce il rigore dove, se bisogna essere pignoli, su tre difensori italiani nessuno riesce a stare dietro a Savarino che colpisce (per nostra fortuna alto) sulla ribattuta. Mancanza di lucidità.

L’azione dopo, al 19′, Machis sfila troppo facilmente a Di Lorenzo, mette in mezzo e trova un Rondon troppo solo. Se Buongiorno si occupa del primo palo e dunque ce l’ha alle spalle, dev’essere Scalvini ad impedire la conclusione al giocatore del Pachuca. Invece inspiegabilmente il difensore atalantino sbaglia il movimento e lascia ai limiti dell’area piccola Rondon colpire. Sull’azione del gol, c’è ben poco da dire: Bonaventura, che riceve da Donnarumma, apre verso Di Lorenzo ma con un pallone pessimo regalando a Machis la sfera a porta vuota. Verso l’ora di gioco, altra dormita difensiva, stavolta su un lancio lungo Buongiorno si fa superare da Cadiz che punta verso la porta, bravo qui nuovamente Donnarumma a dire di no. Insomma, in difesa troppe sbavature e nessuna da imputare al modulo. Ormai molte squadre giocano a tre e questo è l’ultimo dei problemi. Serve maggiore attenzione e lucidità negli ultimi metri perché con un avversario un po’ più cinico, con tutto il rispetto per il Venezuela, i gol subiti potevano essere almeno tre.