Il Venezuela – reduce da un’elezione attorno alla quale buona parte del popolo riponeva grandissime speranze – è finito al centro di un vero e proprio caos: da un lato il presidente Nicolas Maduro rieletto per la terza volta consecutiva sostiene di aver ottenuto poco più del 51% dei voti; mentre dall’altro i sostenitori di Edmundo Gonzalez Urrutia – leader dell’opposizione, dato come favorito dai sondaggi pre elettorali – lamentano dei presunti brogli per nascondere il 73% dei voti a favore dell’ex ambasciatore.
Partendo proprio da quest’ultimo punto, a spiegarlo è stata l’ex candidata Maria Corina Machado – esclusa dalla corsa presidenziale in Venezuela con l’accusa di frode elettorale – in una conferenza stampa tenuta nella tarda serata di ieri: “Abbiamo grandiose informazioni da condividere – ha detto ai tanti giornalisti riuniti – e voglio dire a tutti i venezuelani e democratici del mondo che abbiamo già il modo per provare la verità. Abbiamo raccolto più del 73% dei voti [e] il nostro presidente eletto è Edmundo Gonzalez”.
Andando avanti nella sua accusa, la ex leader dell’opposizione ha precisato che “le prove saranno rese disponibili già da stasera”, dimostrando in modo “incontrovertibile” la vittoria dell’ex ambasciatore. Quest’ultimo – presente al fianco della collega – si è limitato a dire che “faremo rispettare la volontà [dei venezuelani]” pubblicando “le schede dei seggi che dimostrano che il nostro trionfo è categorico e storico“.
Scoppiano le proteste anti-Maduro in tutto il Venezuela: decine di arresti, un morto e ambasciatori espulsi
Dal conto del rieletto Maduro non sono ancora arrivati commenti ufficiali, ma nel frattempo è chiaro che tutto il Venezuela è sprofondato nel caos: già da un paio di giorni la popolazione è scesa in piazza per manifestare contro quella che ritiene essere un’elezione tutto fuorché democratica, aizzando la risposta (prevedibile) del leader chavista che ha dispiegato il suo enorme esercito per sedare – non sempre pacificamente – le rivolte.
Già nella giornata di ieri si sono registrati decine e decine di arresti in tutto il Venezuela, mentre il conto dei morti per ora è fermo ad uno (si tratterebbe di un giovane manifestante di Maracay, morto per ragioni che non sono state ancora rese note) e sono già almeno 7 gli ambasciatori esplusi dal paese per volontà dello stesso Maduro. Questi – nel frattempo – si è barricato nel palazzo presidenziale Miraflores a Caracas, protetto da un cordone del suo esercito che si dice pronto a “difendere il presidente”; mentre il risposta alle proteste degli oppositori ha indetto per la serata di oggi una grande manifestazione – spiega il presidente del parlamento Jorge Rodríguez – “per la pace e l’armonia, per difendere il diritto alla vita e dire al mondo che siamo la maggioranza”.