Philips ha sospeso la vendita dei ventilatori anti apnea notturna negli Stati Uniti. La decisione è stata presa in accordo con la FDA dopo che, come rivelato dall’agenzia Bloomberg, molti apparecchi sono risultati essere difettosi. Già nei mesi scorsi c’erano stati dei richiami, che avevano acceso i riflettori su questo genere di prodotto. In totale, in due anni, circa 5,5 milioni di dispositivi sono stati tolti dal mercato. Nonostante ciò, coloro che lo hanno acquistato e lo usano ancora, potranno usufruire dell’assistenza, anche con accessori e parti di ricambio.



Le perdite economiche per la multinazionale olandese derivanti dalla questione sono notevoli. Il produttore pare abbia accantonato 393 milioni di dollari nel quarto trimestre a causa dell’accordo sul decreto di consenso e ha avvertito che quest’anno ci saranno costi aggiuntivi. I problemi però potrebbero non essere soltanto di questo genere. I funzionari della FDA hanno infatti rivelato di avere ricevuto 385 segnalazioni di decessi probabilmente legati al malfunzionamento di queste macchine.



Ventilatori anti apnea notturna, Philips sospende la vendita: guai giudiziari?

Le persone che soffrono di apnea notturna, secondo le stime di uno studio condotto dall’Ospedale Universitario di Losanna in Svizzera nel 2015, nel mondo sono circa 1 miliardo. Di queste, 425 milioni presentano forme moderate o gravi che richiedono un trattamento sanitario. 

È per questo motivo che in molti negli Stati Uniti avevano acquistato i ventilatori anti apnea notturna di Philips, che tuttavia non hanno dato i risultati sperati. Anzi. In alcuni casi potrebbero essere stati anche dannosi. In particolare, si sarebbero verificati dei problemi di salute legati alla disintegrazione della schiuma fonoassorbente al loro interno. La multinazionale olandese da parte sua ha stanziato circa un miliardo di euro per risolvere la questione e, a settembre, avrebbe anche accettato di pagare almeno 479 milioni di dollari per risolvere parte del contenzioso. Essi potrebbero però non essere sufficienti. Le azioni collettive avanzate dalle vittime pare siano infatti diverse, così come numerose quelle individuali. Intanto, il Dipartimento di Giustizia da indagando sul caso.