Vera Politkovskaja chi è: figlia della giornalista russa uccisa nel 2006

Vera Politkovskaja è una report, nota per essere la figlia della giornalista Anna Politkovskaja uccisa in Russia nel 2006. La donna che ha vissuto il dolore della perdita della madre, divenuta simbolo della livertà di parola in Occidente, ha scritto un libro su di lei Una madre. La vita e la passione per la verità di Anna Politkovskaja.



La report, come riporta il Corriere della Sera, nel libro racconta: “Mia madre è sempre stata una persona scomoda , non solo per le autorità russe, ma anche per la gente comune che sfoglia un giornale e ne legge gli articoli. Purtroppo la maggioranza della popolazione russa crede a quello che le viene detto dagli schermi dei canali di Stato: un mondo virtuale creato dalla propaganda, dove, nel complesso, tutto va bene. E i problemi, che periodicamente vengono segnalati all’opinione pubblica, hanno origine nei Paesi occidentali o, come si dice in Russia con un sorrisetto, nell’Occidente in decomposizione“. Vera Politkovskaja spende la sua vita nella speranza che sua madre possa avere giustizia e le circostanze della sua morte venire alla luce.



Vera Politkovskaja: “Mia madre è morta per la libertà di parola”

In un’intervista a balcanicaucaso.org, la report svela che le indagini sulla morte della madre, Anna Politkovskaja, non sono mai state condotte in modo serio : “Siamo venuti a sapere in che direzione erano andate le indagini solo quando è iniziato il processo. Prima ci dicevano che andava tutto bene, che le indagini stavano avendo successo, ma quando abbiamo consultato i 48 tomi di materiali consegnati al processo abbiamo capito che non era andata affatto così. “

E ancora: “I nostri avvocati ci hanno segnalato una serie di errori formali in quei testi, cose evidentemente sbagliate dal punto di vista giuridico o fattuale. Faccio un esempio. Alla procura si sono occupati di indagini per due anni prima di dare inizio al processo e hanno arrestato delle persone, che tra l’altro poi hanno liberato. E non sono neppure riusciti a contare correttamente la tempistica dell’omicidio. Quando hanno indicato i secondi che sono trascorsi tra il momento in cui mia madre è entrata nel nostro condominio a quando l’assassino è uscito, non corrispondevano con le ore che avevano fornito. Ce l’ha fatto notare una nostra amica giornalista proprio mentre eravamo in aula di fronte al giudice. È un piccolo errore, forse, ma dimostra con quanta poca serietà abbia lavorato chi si è occupato delle indagini.” Vera Politkovskaja conclude: “Mia madre è morta proprio per questo, per aver difeso la propria libertà di parola. Quindi questo mi sembrerebbe uno sviluppo giusto. Ma penso sia del tutto impossibile finché la situazione politica in Russia è quella attuale. Potrà succedere solo se da noi cambierà qualcosa e al timone andranno persone con un’idea dell’onore diversa da quella che ha chi guida il Paese in questo momento. Ma non so proprio quando questo potrà accadere e se succederà nel corso della mia vita.