Vera Politkovskaja, figlia di Anna, giornalista uccisa a Mosca il 7 ottobre del 2006, racconta la storia della madre in un libro. “Una madre” traccia un ritratto inedito della donna, particolarmente attiva sul fronte dei diritti umani, sempre molto critica nei confronti del regime di Putin e autrice di vari reportage sulla guerra in Cecenia. La figlia della reporter uccisa, a “Di buon mattino”, ha parlato proprio del suo libro.
“L’Italia ha sempre avuto un’attenzione particolare per mia madre. I suoi libri qui sono stati venduti in più di 200 mila copie, le sono state intitolate vie e piazze. I primi due anni dopo l’assassinio sono stati difficilissimi, mi sono occupata della crescita di mia figlia, che è nata cinque mesi dopo. Dopo l’inizio della guerra in Ucraina abbiamo lasciato la Russia. Ho scritto questo libro quando ero già fuori. Ciò mi ha consentito di sentirmi più libera nel ricordare la nostra vita passata, dando informazioni su mia madre. Lo sforzo è stato di ricostruire cose di cui nessuno fino ad oggi aveva parlato” ha raccontato Vera Politkovskaja.
Vera Politkovskaja: “Non era un profeta ma…”
Vera Politkovskaja ha rivelato qualche lato inedito della madre nella sua intervista a “Di buon mattino”: “Le storie di cui si occupava le faceva passare attraverso di sé, dava tutta se stessa. Questa credo sia stata la caratteristica più importante di sé. La verità sulla guerra in Cecenia dava fastidio, perciò la cosa più facile da fare per loro è non ricordarla. Nei suoi articoli e libri parlava di cose non ancora avvenute che sarebbero avvenute. Molte persone consideravano le cose che diceva come visioni ma aveva ragione quasi in tutto, anzi, la realtà è andata oltre. Credo che non si sarebbe immaginata che la Russia poteva finire in questa situazione”.
Secondo la figlia, Anna Politkovskaja “Ha dimostrato che quando una persona afferma delle cose che non sono in linea con la propaganda, va ascoltata. Non era un profeta, si basava sui fatti, sull’analisi sulla quale traeva le conclusioni che si allontanavano dal pensiero comune. Le sue parole possono aiutare a ricostruire una Russia libera e democratica, che lei voleva più di ogni altra cosa”.