C’è un filo sottile e drammatico che lega il caso di Vera Schiopu, 25enne moldava trovata impiccata il 19 agosto scorso a Ramacca (Catania), e la vicenda di Valentina Salamone, la 19enne di Biancavilla, nella stessa provincia, che fu trovata impiccata in un casolare di Adrano, dove si era recata per una festa, il 24 luglio 2010 e inizialmente ritenuta suicida. La famiglia di quest’ultima si è battuta fin dal principio perché non ha mai creduto al gesto estremo, e la sua storia si è conclusa con la condanna definitiva all’ergastolo di Nicola Mancuso, un uomo sposato con cui la giovane avrebbe avuto una relazione e che si è sempre detto innocente. Le indagini sull’omicidio di Valentina Salamone avrebbero portato a individuare il Dna di un secondo uomo, complice mai identificato. “Non smetteremo di lottare fino a quando non sapremo a chi appartiene quella traccia“, ha dichiarato la sorella Claudia Salamone a TgCom24 sottolineando come l’attuale fase d’inchiesta sia vincolata al segreto istruttorio.
Anche Vera Schiopu, secondo quanto riportato dall’Ansa, sarebbe stata trovata impiccata e il suo non sarebbe un suicidio, come invece sostenuto dal fidanzato, fermato insieme a un amico nelle ore successive al ritrovamento del cadavere. L’ipotesi trainante è che la 25enne moldava sia stata uccisa e che il corpo sia stato sottoposto a una operazione di staging, una messinscena per far credere che si fosse tolta la vita. “Non so se Vera Schiopu sia stata uccisa o si sia suicidata – ha dichiarato la sorella di Valentina Salamone –. Questo dovranno stabilirlo le forze dell’ordine. È però un buon segno che i carabinieri si siano subito insospettiti e abbiano deciso di vederci chiaro. Nel nostro caso non fu così, abbiamo dovuto lottare tanto per dimostrare che Valentina non si sarebbe mai suicidata. La sentenza definitiva è arrivata solo nel gennaio del 2022, dodici anni dopo la sua morte. E ancora manca un tassello nelle indagini. Sugli abiti di mia sorella è stato trovato il dna di un secondo uomo, il che significa che chi l’ha uccisa aveva un complice“.
Vera Schiopu come Valentina Salamone? Per gli inquirenti il suicidio sarebbe una messinscena
La morte di Vera Schiopu, trovata impiccata in un casolare nel territorio di Ramacca, nel Catanese, il 19 agosto scorso, potrebbe essere dovuta a un omicidio. Un caso che ricorda, per modalità e scena del crimine, quello della 19enne Valentina Salamone uccisa nel 2010 nella stessa provincia. Secondo le indagini dei carabinieri della Compagnia di Palagonia, coordinate dalla Procura di Caltagirone, ricostruisce Ansa, Vera Schiopu non si sarebbe suicidata e il corpo sarebbe stato posizionato per simulare un gesto estremo di natura volontaria. L’inchiesta è già sfociata nel fermo del fidanzato e di un amico della vittima, due connazionali romeni che ora risulterebbero indagati per omicidio.
Ad allertare i militari era stato lo stesso fidanzato della 25enne. Al telefono con il numero di emergenza, l’uomo avrebbe chiesto l’intervento dei soccorsi sostenendo che la compagna si fosse tolta la vita, ma la sua versione e quella del connazionale avrebbero presentato parecchie crepe all’esito dei primi rilievi. Incongruenze, riporta l’agenzia di stampa, in cui si sarebbe insinuato il sospetto dell’occhio investigativo al punto da portare chi indaga a ritenere verosimile lo scenario di un delitto “mascherato” da suicidio. Al momento non è chiaro quale sia il ruolo contestato ai due uomini né quale sia il binario d’indagine percorso in merito al movente, finora nebuloso. L’autopsia potrà dare ulteriori risposte sulla dinamica e sulle cause del decesso, chiarendo anche l’origine di alcune escoriazioni ritenute incompatibili con la pista suicidaria fin dal primo esame sul cadavere. La sorella di Valentina Salamone, da anni impegnata in una durissima battaglia per la verità insieme ai suoi familiari, ha commentato la vicenda di Vera Schiopu ai microfoni di TgCom24: “Quando ho sentito che un’altra ragazza era stata trovata impiccata in provincia di Catania, mi è mancato il fiato. Il pensiero è corso a mia sorella Valentina. Anche lei è stata trovata appesa a una trave. Per me è un dolore che si rinnova“.